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La surreale vendita dell’Ortazzo e il cemento nel Parco del Delta del Po

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vendita dell'ortazzo e ortazzino

E’ surreale la vicenda che ruota attorno alla vendita dell’Ortazzo e Ortazzino (foto). Si tratta della zona più bella e più selvaggia del Parco del Delta del Po, situata nel territorio comunale di Ravenna. L’ha acquistata un colosso immobiliare con baricentro in Lussemburgo e nell’atto c’è scritto che l’area è in parte edificabile. Il sindaco Michele de Pascale nega che sia tale. Ma è ben difficile credere che un colosso immobiliare lussemburghese abbia speso i suoi soldi per un terreno sul quale non si può fare nulla.

Ortazzo e Ortazzino sono quasi 500 ettari di stagni, canneti, pini, dune e litorale: il solo frammento non urbanizzato della costa adriatica tra Trieste e la Puglia. Un tesoro di natura, un paradiso per i birdwatchers. L’importanza e l’unicità dell’ambiente sono tali che su una quarantina di ettari vige addirittura il divieto d’accesso.

Secondo le prescrizioni del Parco fatte proprie dalla Regione, lì non si può costruire nulla. Lo sottolinea anche il sindaco di Ravenna, aggiungendo che mai e poi mai permetterà il cemento. L’area inoltre è protetta dall’Unione Europea attraverso la rete Natura 2000 e da una convenzione internazionale per la salvaguardia delle zone palustri.

Eppure il cemento incombe. Infatti l’atto di vendita dell’Ortazzo e Ortazzino cita la presenza, all’interno del vasto appezzamento passato di mano, di alcuni “terreni avente destinazione edificabile”, come scrive Italia Nostra di Ravenna, che ha ottenuto una copia del documento. All’atto è annesso un certificato di destinazione urbanistica rilasciato dal Comune. La presidente di Italia Nostra Ravenna, Francesca Santarella, l’ha pubblicato su Facebook. Il documento dichiara che l’area è destinata in parte a “spazio urbano, città consolidata o in via di consolidamento, prevalentemente residenziale”. Ovvero, l’area è in parte edificabile.

Negli Anni 60 era prevista la lottizzazione dell’Ortazzo e Ortazzino. E’ stata cancellata nel 1979 in seguito ad una battaglia giudiziaria. L’Immobiliare Lido di Classe spa, fin da allora proprietaria, in marzo ha venduto l’area per 580 mila euro. L’ha rilevata la Cpi Real Estate Italy spa. Quest’ultima rientra nell’orbita della Cpi Property Group, un colosso immobiliare con cospicuo portfolio e con sede in Lussemburgo.

Un consigliere comunale di Ravenna, Alvaro Ancisi, ha scovato la nota integrativa del bilancio 2021 della Lido di Classe, la società venditrice. Contiene un riferimento ad “una proposta di accordo di programma in corso di esame da parte delle amministrazioni preposte” per attenuare i vincoli ambientali su una parte dell’Ortazzo ed Ortazzino. Secondo Ancisi bollirebbe in pentola un declassamento al rango di preparco, nel quale sono ammesse attività edilizie.

Il sindaco di Ravenna nega qualsiasi contatto con la Lido di Classe. Dice che la frase in questione può riguardare solo fatti vecchi di quasi vent’anni.

E poi c’è la vicenda del mancato esercizio del diritto di prelazione su Ortazzo ed Ortazzino da parte del Parco del Delta del Po. Dapprima il Parco ha affermato di avere invano chiesto a tutti, enti locali compresi, i soldi per acquistare l’area e di aver dovuto accettare a malincuore che andasse ad un privato. In pratica, ha così lasciato intendere di non aver potuto esercitare la prelazione per mancanza di fondi. Invece in un secondo tempo il Parco  ha specificato di aver manifestato ufficialmente l’intenzione di esercitare la prelazione. Infine ha incaricato un avvocato di verificare la regolarità della vendita, nella prospettiva di riscattare il terreno.

Al di là delle possibilità effettive di riscatto, resta un fatto. E cioè: i 580 mila euro per acquistare l’Ortazzo e l’Ortazzino che gli enti locali hanno negato al Parco equivalgono alla spesa per realizzare poco più di 400 metri di marciapiede.

Ora, con un tardivo scatto di reni, il sindaco di Ravenna e la Regione affermano di voler aiutare il Parco a comprare l’area. Se l’avessero fatto al momento giusto, la vendita dell’Ortazzo ed Ortazzino si sarebbe risolta con il passaggio alla proprietà pubblica. Invece l’area è in mano ad un colosso immobiliare lussemburghese insieme ad un certificato del Comune secondo il quale in parte essa costituisce uno “spazio urbano”.