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Gli animali muoiono nell’indifferenza

2024
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foto Italia Nostra Ravenna

I primi casi si sono verificati a settembre. Poi, con l’apertura della caccia, non è più stato possibile ignorare la situazione”, e nella sola giornata del 4 ottobre sono stati contati 1075 uccelli acquatici deceduti e 185 ancora vivi, oltre ai 300 morti raccolti nei giorni precedenti. Ora il caso della moria degli uccelli acquatici nella Valle della Canna, nel Ravennate, dopo la segnalazione di Italia Nostra e la denuncia di un consigliere dell’opposizione è argomento di un fascicolo in Procura.

il Parco Delta del Po della Regione Emilia Romagna ha disposto lo stop alla caccia nel raggio di tre chilometri dalla Valle delle Canne, al confine della provincia di Ferrara. Si tratta di una misura eccezionale, dovuta alla moria di uccelli anatidi che si è registrata nella zona a partire dalla scorsa settimana e che si presume causata da un’intossicazione da tossina botulinica di tipo C”. Così i consiglieri regionali del coordinamento Veneto 2020 che nella giornata di oggi hanno depositato un’interrogazione a risposta immediata per chiedere alla Giunta Zaia se “sono state compiute o saranno compiute analisi e verifiche nei tratti veneti o comunque finitimi l’area polesana del fiume Po al fine di scongiurare la presenza di tossina botulina c”.

Così commenta il nostro Francesco Nigro, Biologo specializzato in fauna acquatica: “Valle della Canna (Mandriole), ravennate, situazione tremenda, migliaia gli uccelli morti in un sito che, per sua natura, necessita di essere gestito. Tanti quelli che si fermano alla notizia dell’animale morto e non vanno oltre, tante le voci che inneggiano alla ciclicità dei fenomeni di botulismo da una parte, e chi invece cerca il “Colpevole Universale” per la strage dell’avifauna dall’altra.  Intanto stiamo da tempo, notoriamente, perdendo, un angolo del Parco del Delta Emiliano per criticità idrauliche. Un angolo che l’intero Euoropa ci ha sempre invidiato. I problemi dell’area sono da tempo oggetto di studio, denuncia, convegni, progettazioni di piani di intervento. Per quanto tempo ancora potremmo parlare di Valle della Canna e dell’adiacente Punta Alberete come di un paradiso per la biodiversità?”