
All’Allara i proprietari da vent’anni ripiantano alberi, nei posti in cui si toglieva la ghiaia.
«Sono un uomo fortunato, sono riuscito a vedere il mio progetto realizzato». Giuseppe Balbo ha 75 anni, prende i suoi faldoni di archivio e dice «meno male che sono arrivato a vederlo finito tutto quello che mi ero immaginato, ma non ero mica sicuro», e poi apre uno di quei faldoni e ti fa vedere la piantina di un altra cosa che vorrebbe fare nei prossimi anni.
Ma non ha detto che a 75 anni… «io senza pensare a qualcosa di nuovo non so stare. Altro che Pnrr». Ma proprio nel Pnrr è compreso il progetto di rinaturazione del Po, e la macroregione attraversata dal fiume fa parte di una delle sei aree prioritarie per la connessione ecologica, dove arriverà una pioggia di milioni. Qui in località Baraccone, dove tutti i mezzi della cava Allara stanno per trasferirsi, non serve il Pnrr: sono già tornate 160 specie di uccelli che nidificano, sostano o svernano tra i nuovi stagni, che nella mattinata di novembre finalmente con il sole si avvicinano alle sponde.
Quell’acqua blu e quelle rive del Po piene di cespugli ridanno fiato alla speranza. La famiglia Balbo consegnerà tra qualche tempo tutto quel blu al Parco del Po, perché nei vent’anni di estrazioni ha «rinaturalizzato» tutta la zona. Giuseppe ci ha investito 20 anni di vita e vuole portarti con il suo fuoristrada a camminarci sopra a quei vent’anni, a vedere quel suo progetto e raccontarti che non è solo la natura quello che lo interessava, o meglio: sì c’è la natura e ci sono gli aironi e i germani reali e anche una poiana appollaiata proprio davanti a noi, ma c’è anche da difendere le città.
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