
Da una parte ci sono tutti (o quasi): la Camera di Commercio di Ferrara, la Provincia, il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara, l’Aipo, l’Autorità di Bacino, l’Agenzia Regionale per la Sicurezza Territoriale, la Protezione Civile, Enel Green Power, il Consorzio di Bonifica Po e Adige Po, l’ANBI (che è l’Associazione Nazionale Bonifica e Irrigazioni), l’Ispra, e scusate se forse sto dimenticando qualcuno. Tutti questi sostengono che il Grande Fiume sia una risorsa strategica per il paese, sognano un futuro pieno di soddisfazione e successi, progettano piani di regimazione delle acque, e affermano in coro che tutto questo è POssibile!
Dall’altra ci sono un paio di associazioni, i Gruppi di Azione Fluviale e la ferrarese Fiumana che, da bordo dei loro battelli e forti della frequentazione continua delle acque che circondano la città estense, urlano una volta di più che “vivere questi corsi d’acqua è una Mission imPOssible”.
Il confronto si è animato ieri in occasione della giornata di studio sul futuro del Po nei suoi rapporti con la navigazione, il turismo, l’agricoltura, l’ambiente e l’energia: quelli che progettano il brillante futuro erano dentro ai microfoni; l’equipaggio della motonave Nena e pochi altri, invece, erano all’ingresso a distribuire volantini che raccontano lo stato attuale in cui versano fiumi, canali e corsi d’acqua che scorrono (quando ci riescono) intorno a Ferrara.
L’accesso al Po grande è sempre più improbabile perché la conca di Pontelagoscuro è spesso fuori servizio ed è inaffidabile anche quando in teoria sarebbe in funzione. Il Po di Volano non è più percorribile da 5 anni perché, dopo l’incidente che costò la vita a due lavoratori, l’impianto è ancora posto sotto sequestro. Il povero Primaro è pieno di alberi caduti, fango e ostacoli di ogni genere che non permettono più neanche di arrivare a Marrara.
E mentre si sogna e si progetta una Grande Idrovia Ferrarese capace di trasportare merci fin su in quel di Milano e frotte di turisti da Venezia nel cuore delle città d’arte della pianura padana, nessuno sembra voglia prendersi la responsabilità di curare e far funzionare le strutture che già ci sono e da cui dipendono il lavoro di alcuni e desiderio di navigare di tanti.
Ed è sul presente che GAF e Fiumana vogliono riportare l’attenzione degli amministratori: l’incile della conca di Pontelagoscuro (che non funziona) è parzialmente interrato, il Canale Boicelli è inquinato, la darsena è praticamente distrutta, la conca di Valle Lepri è chiusa, il povero Primaro sta diventando una fogna. Negli ultimi 12 anni sono stati persi ottanta posti barca e due cantieri navali e nel raggio di venti chilometri non esiste un attracco pubblico.
Durante il volantinaggio davanti alla Camera di Commercio gli esponenti della Associazione Fiumana sono stati fermati dalla Digos e, dopo un veloce riconoscimento, subito rilasciati e liberi di continuare nel loro intervento.
Qui sotto il volantino distribuito ieri fuori dalla Camenra di Commercio di Ferrara