
E’ un’antichissima tradizione che si rinnova per le genti della Bassa: la benedizione del fiume per chiedere al cielo un aiuto per le coltivazioni ma anche protezione contro le calamità naturali come le alluvioni che nei secoli scorsi periodicamente portavano distruzione.
La parrocchia di Brescello, in collaborazione con l’amministrazione comunale, ha deciso di ripristinarla con una processione notturna che si terrà sabato 5 ottobre, alle 20,30, con partenza dalla chiesa di Santa Maria Nascente.
Un evento nell’evento, se si considera che a guidare il corteo sarà il “crocifisso parlante” dei film di Don Camillo, custodito da decenni all’interno della chiesa parrocchiale.
Sarà la prima volta, infatti, che la statua del Cristo dei film uscirà dalla chiesa: mai dopo le riprese dell’ultimo film (l’incompiuto “Don Camillo e i giovani d’oggi”, 1970) il Gesù morente aveva potuto vedere i luoghi che lo resero celebre come “coscienza” di don Camillo. Dal punto di vista storico-cinematografico sembrerà di rivivere l’indimenticabile episodio della benedizione del fiume la cui processione era iniziata “in solitaria” da parte del parroco per l’esplicito divieto del sindaco Peppone, salvo poi trovare la compagnia dei fedeli “rossi” nei pressi dell’argine del Po.
Si tratta di un’occasione straordinaria e di grande impatto emotivo per riprendere un discorso non solo legato alla nostalgia dei film ma anche ai valori di giustizia, solidarietà e pace che i racconti di Giovannino Guareschi ispiravano. Il parroco don Evandro Gherardi, contrariamente alla finzione cinematografica, in questa circostanza è aiutato dal sindaco Giuseppe Vezzani, e dalla sua amministrazione comunale, nella preparazione della processione che coinvolgerà anche le forze dell’ordine, la Proloco guidata da Gabriele Carpi e la Protezione civile del presidente Volmer Bonini.
Brescello (RE) – Chiesa di Santa Maria Nascente
Il crocifisso utilizzato nei film è ora collocato in una cappelletta laterale a sinistra, fiancheggiato da colonne tortili e da un baldacchino. L’opera fu realizzata appositamente per le riprese cinematografiche dallo scultore veronese Bruno Avesani con l’aiuto di un falegname locale, Emilio Bianchini.
Avesani realizzò quattro volti intercambiabili con quattro espressioni diverse (usati tutti e quattro solo nel primo film, mentre nei seguenti ci si servì unicamente del volto reclinato) e di questi, purtroppo, se ne è conservato soltanto uno. Il Cristo crocifisso (alto 1,65 metri senza la croce) pesa 13 chili contro i venti iniziali; infatti, per facilitare Fernandel durante le riprese, Avesani decise di costruire la croce con legno di balsa, un legno leggerissimo, e di svuotarlo internamente.