
26 gennaio 2012 – dal nostro corrispondente Vincenzo Bruno.
Una scossa violenta durata pochi istanti, un rombo che si propaga basso nei paesi e nelle campagne, poi solo la paura che si diffonde per la bassa Mantovana. Potrebbe essere descritta così la mattina di ieri nelle zone attorno a Viadana, abitato vicinissimo a Poviglio, vero epicentro della scossa.
La zona della bassa padana non può essere certo annoverata tra quelle a più alto rischio sismico e non capita spesso di avvertire scosse, nemmeno di lieve entità. Il merito di questa tranquillità sismica è da ricercare nello spesso strato di argilla e depositi alluvionali che accompagnano il corso del Po: si tratta di un vero cuscinetto in grado di assorbire le vibrazioni che pure provengono dai continui movimenti della Placca Adriatica. L’apprensione è stata grande soprattutto nelle strutture pubbliche, tanto che le scuole a Dosolo e a Viadana sono state chiuse per ordine dei sindaci, mentre altre nella zona sono state evacuate solo per qualche minuto. Pochissimi i danni alle cose, anche se in alcune antiche chiese si sono aperte profonde crepe: per il resto delle strutture sono stati registrati soltanto solo un paio di comignoli che non hanno retto al sisma rovinando in strada, fortunatamente senza conseguenze per i passanti.
La paura di nuove e più forti scosse, aumentata da un piccolo sciame sismico che solo nella giornata di ieri ha fatto registrare 14 eventi, ha creato non pochi disagi: è il caso del tribunale di Mantova che è stato fatto evacuare sulla base di una telefonata che annunciava una fortissima scossa per mezzogiorno.
Telefonate di allarme sono arrivate a tantissime strutture nella provincia, creando falsi allarmi che hanno rischiato di generare il panico. Che si tratti di burloni che chiamavano presentandosi come portavoce della protezione civile è ormai assodato: per questo la procura ha deciso di iniziare una indagine contro ignoti per procurato allarme. Per tutta la mattina, comunque, la bassa mantovana è stata un susseguirsi di allarmi e smentite, con la protezione civile e i mezzi degli uffici tecnici dei comuni a presidiare il territorio alla ricerca di eventuali situazioni critiche.
I centralini del 115 sono stati intasati per ore, presi d’assalto dalle telefonate, mentre il 118 ha registrato un aumento delle chiamate per attacchi cardiaci legati allo spavento per il terremoto, malori che non sono stati comunque fatali.