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Supercortemaggiore, la benzina del Po e del miracolo economico italiano

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C’era una volta la Supercortemaggiore, la benzina del Po. L’Agip, poi diventata Eni, l’ha commercializzata in seguito alla scoperta, a partire dal 1949, dei giacimenti di petrolio nella zona di Cortemaggiore, un paesone della provincia di Piacenza situato ad una ventina di chilometri dall’argine.

I giacimenti attorno al Po si sono esauriti da un pezzo e anche quando erano in funzione l’Italia importava grandi quantità di petrolio dall’estero. Ma la Supercortemaggiore – “la potente benzina italiana”, recitava il suo slogan – è stata la benzina del miracolo economico avvenuto negli Anni 50 e 60. Per renderla popolare, Agip ed Eni hanno creato un’operazione di marketing, come si direbbe oggi. Oltre alla pubblicità propriamente detta, comprendeva la promozione di stazioni di servizio e di motel lungo la nascente rete stradale e autostradale, per favorire la motorizzazione di massa della quale allora si vedeva solo un’incerta alba.

Benzina Supercortemaggiore, stazioni di servizio e motel erano immediatamente riconoscibili come legati fra loro grazie all’identico marchio: il logo che l’Agip ha scelto per se stessa nel 1952 e che l’Eni utilizza tuttora. Comunemente è descritto come un cane a sei zampe e con l’alito di fuoco. In realtà le sei zampe e la fiamma che esce dalla bocca rimandano inequivocabilmente a Tarantasio, il drago padano. Secondo la leggenda, un tempo infestava gli acquitrini attorno al Po. Però un cane appare indiscutibilmente più amichevole di un drago, anche perché Tarantasio aveva la brutta abitudine di mangiare i bambini. E’ dunque comprensibile che l’equivoco non sia mai stato chiarito ufficialmente.

Le campagne pubblicitarie con il logo del cane – o del drago – a sei zampe consentono di gettare uno sguardo retrospettivo sull’Italia di quel periodo. Qui sotto, un Carosello della Supercortemaggiore databile ai primi Anni 60: ora lo si definirebbe uno spot. I protagonisti sono gli attori Gabriele Ferzetti e Franca Valeri, che era solita interpretare alla radio e alla televisione sketch comici in cui recitava la parte di una centralinista abituata a lavorare in modo rapido e meccanico. Nel Carosello, è come se portasse quella centralinista anche a scuola guida e a far benzina.

L’Italia della Supercortemaggiore, durante il viaggio, si fermava nei motel, i luoghi di riposo e di ristoro costruiti lungo strade e autostrade. Il video mostra il motel Agip inaugurato a Roma nel 1957. L’architettura e gli interni rimandano a un mondo ormai lontano. Il motel era annesso – ovviamente – ad un distributore di benzina con l’immancabile cane, o drago, e la sua lingua di fuoco.

Anche l’architettura e l’aspetto dei distributori di benzina legati ad Eni, Agip e Supercortemaggiore rimandano ai tempi in cui si guardavano le foto e il televisore, sempre che ci fosse, solo in bianco e nero. La galleria qui sotto è tratta da Range des voitures,  come anche il manifesto pubblicitario nell’immagine di copertina. Clic sulle foto per vederle ingrandite. Notare, nella prima, un logo che compare accanto a quello con la creatura a sei zampe. Mostra un serpente che sputa fuoco. Era il marchio di Energol, l’olio per il motore dell’Eni. In fondo, sebbene privo di zampe, mostra anch’esso un drago Tarantasio.

Traspare dalle immagini di quei distributori un’Italia di auto rare: strade vuote, mai code per far benzina. Un’Italia che riteneva modernissime le linee architettoniche del tardo déco e in cui andavano adeguatamente sottolineate la presenza di un telefono e la possibilità di far benzina sette giorni su sette.

Pur avendo segnato un’epoca e prodotto la Supercortemaggiore, i giacimenti di petrolio del Po, se visti con gli occhi di oggi, erano molto modesti. I dati sono in un documento del Comune di Besenzone, che confina con Cortemaggiore, dedicato alla descrizione del territorio e alla sua storia. Vi si legge che fra il 1949 e il 1970 compresi, cioè in 22 anni, furono estratte dal sottosuolo della zona 885 mila tonnellate di petrolio.

Per fare un confronto, nel 2022 l’Italia ha utilizzato 58,4 milioni di tonnellate di petrolio, di cui 31,6 milioni per benzina e gasolio. Milioni di tonnellate: non migliaia. Eppure quelle 885 mila tonnellate di petrolio estratte accanto al Po in 22 anni furono la benzina del miracolo economico italiano.