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Lo Spitfire NH231 e le battaglie della Seconda guerra mondiale lungo il Po

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Dopo il semicingolato tedesco ripescato durante la terribile secca 2022, gli studiosi hanno fatto “parlare” un aereo Spitfire NH231, anch’esso protagonista delle terribili battaglie che si svolsero accanto al Po nell’aprile 1945, alla fine della Seconda guerra mondiale. In questi giorni la sua vicenda ha conquistato un posto d’onore sull’edizione inglese di Archaeo Reporter, un sito internet di accademici, storici e studiosi di archeologia.

Lo Spitfire NH231 apparteneva all’aviazione britannica e aveva a bordo un pilota giovanissimo. Si chiamava Arnold George Raymond Hallas. Era un tenente di appena 24 anni. I resti suoi e dell’aereo sono stati recuperati nel 2020 in un campo di Villadose, in provincia di Rovigo, con un vero e proprio scavo archeologico. Archaeo Reporter ricostruisce i fatti anche attraverso un bel video, che di inglese ha solo i sottotitoli. Da un suo fotogramma è tratta la foto di copertina. Spiega come ora – ultimati gli approfondimenti e i restauri – il relitto dell’aereo è esposto al Museo della Seconda guerra mondiale del fiume Po a Felonica, in provincia di Mantova. Ci sono fra l’altro i guanti e la cuffia da volo del pilota; il suo paracadute, che non fece in tempo ad aprirsi, ed il motore che data la violenza dell’impatto si era conficcato nel suolo ad otto metri di profondità.

Lo Spitfire faceva parte dello squadrone 601 dell’aviazione militare britannica. Il corpo del tenente Hallas, anch’esso recuperato durante lo scavo insieme ai resti dell’aereo, riposa invece al cimitero di guerra di Padova. Dopo lo schianto, di lui si erano trovati solo gli stivali e i piedi. Sfortunato giovane. Il suo aereo fu abbattuto il 30 aprile 1945, a Liberazione dell’Italia già avvenuta e due giorni prima della resa della Germania. Però i combattimenti continuavano ad infuriare immediatamente a Nord del Po. I tedeschi conservavano ancora alcune forze e gli alleati volevano evitare che organizzassero una linea difensiva sulle Alpi, analoga alla Linea Gotica degli Appennini. Di qui le missioni di volo che miravano ad impedirlo, come quella che costò la vita ad Hallas.

Il tenente Hallas aveva il compito di attaccare una colonna tedesca che si stava ritirando nella zona di Conegliano. Incontrò il fuoco della contraerea. Diede per l’ultima volta notizie di sé alla base dicendo che credeva di essere stato colpito, dal momento che la temperatura dell’olio del motore aveva raggiunto i 120 gradi. Annunciò anche l’intenzione di lanciarsi col paracadute. Non fece in tempo, probabilmente perché volava basso. L’altro pilota britannico in missione insieme a lui passò e ripassò per una decina di minuti sul luogo dello schianto. Sperava ovviamente di cogliere un movimento, magari di vedere il commilitone cercare di allontanarsi dai resti dell’aereo, e di potergli prestare aiuto. Non accadde, e dunque si allontanò.

Poi più nulla per molti decenni, salvo qualche rottame dell’aereo venuto occasionalmente in superficie lavorando e arando il campo. Più nulla fino agli scavi archeologici del 2020, al recupero dei resti, all’esposizione del relitto dell’aereo nel museo e allo spazio che Archaeo Reporter ha dedicato a tutto questo.

Come nel caso del semicingolato tedesco ripescato durante la secca del 2022, non deve stupire che si  parli di archeologia per reperti che risalgono a meno di 80 anni fa. Sono così recenti che addirittura è stato possibile identificare il luogo esatto in cui si schiantò l’aereo grazie ai ricordi di alcuni anziani. Ma l’archeologia non ha confini temporali. E’ un metodo che consente di ricostruire il passato – non importa quanto lontano – a partire dalle tracce materiali che esso ha lasciato dietro di sé.

Oltretutto stavolta lo scavo archeologico ha consentito di ricostruire la vicenda umana del giovane pilota. Se ne sono rintracciati i familiari, che sono venuti in Italia nel 2022 per una commemorazione funebre. Inoltre un appassionato ha realizzato un modellino dello Spitfire NH231  di Hallas in scala 1:32. Lo ha richiesto un altro museo dedicato alla Seconda guerra mondiale, lo Spitfire and Hurricane memorial museum di Manston, in Gran  Bretagna. Un’ulteriore testimonianza del tragico volo che il giovane tenente effettuò durante le battaglie accanto al Po negli ultimissimi giorni della Seconda guerra mondiale.