Home Acqua e Territorio La grande secca del Po dura ininterrottamente da un anno

La grande secca del Po dura ininterrottamente da un anno

1211
0
CONDIVIDI
la grande magra del po dura da un anno

Ormai la grande secca del Po dura ininterrottamente da un anno. Mai vista né sentita una cosa del genere. Novembre, il mese storico delle alluvioni, è trascorso senza l’ombra di una piena. I media non si occupano quasi più della perdurante magra del fiume: come se fosse diventata una cosa assodata ed abituale.

Però le foto e i video illustrano bene la situazione: e la illustra anche l’osservatorio idrico dell’ANBI, l’Associazione Nazionale Bonifiche Irrigazioni, che per primo, nel dicembre 2021, aveva attirato l’attenzione sulla sulla mancanza di pioggia nell’Italia settentrionale mentre invece in quella meridionale l’acqua era fin troppo abbondante. Ora, ad un anno di distanza, l’osservatorio ANBI è costretto ad usare quasi le stesse parole. Di nuovo si registrano alluvioni e invasi stracolmi al Sud, mentre la Pianura Padana è a secco. Il Po, constata adesso l’osservatorio ANBI, è “ormai simile ad una fiumara, il cui alveo si riempie solo quando piove a monte” e la portata del fiume è complessivamente inferiore al 40% della media mensile.

Le immagini del Po in secca valgono più di mille parole. Il fotoamatore  Alessio Bonin ed il suo drone sono tornati ad Isola degli Internati, a Gualtieri, nel Reggiano, dove in primavera dalle acque in ritirata è emerso il relitto di una vecchia chiatta. Ebbene: il relitto si vede ancora. Alessio Bonin ha pubblicato su Instagram le riprese effettuate giovedì 24 novembre.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Alessio Bonin (@alessiobonin)

E’ possibile fare il confronto con le foto della chiatta scattate in marzo dallo stesso Bonin. Sono qui sotto.

 

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Alessio Bonin (@alessiobonin)

Certo, anche se la chiatta è sempre lì ora in Po c’è più acqua rispetto a marzo: e meno male. Tuttavia, in primavera il sindaco di Gualtieri ha spiegato che negli ultimi vent’anni i relitti – prima di regola costantemente sommersi – spesso affiorano parzialmente per sei mesi all’anno. Sei mesi: ma stavolta sono nove, compresi quelli primaverili ed autunnali durante i quali il Po dovrebbe gonfiarsi. Non era mai accaduto. Nello stesso modo, non era mai accaduto che la chiatta fosse visibile praticamente per intero: ma stavolta sì.

Oltre alle immagini, anche i numeri forniti dall’osservatorio idrico ANBI aiutano a rendere evidente la gravità di questa infinita secca del Po. I livelli dei grandi laghi dell’Italia settentrionale sono in costante diminuzione e analoghi a quelli dell’estate piena: e invece sta cominciando l’inverno. Il lago di Garda tocca il minimo storico del 1985; il lago Maggiore vi si avvicina e, se non piove, sembra destinato a superarlo.

Fra gli affluenti del Po – sono ancora dati ANBI – i corsi d’acqua piemontesi sono al lumicino. Lo dimostra il confronto fra le portate attuali e le medie mensili storiche: Stura di Lanzo al 25,4%; Tanaro al 15,14%; Sesia al 10,8%; Varaita al 22%; Stura di Demonte al 27,4%; Toce al 33,48%.

Legambiente segnala che a Milano negli ultimi 12 mesi sono caduti solo 348 millimetri di pioggia: meno di un terzo del normale. Una quantità paragonabile a quella che riceve una città come Tripoli, in Libia. Ma è ancora peggio a Torino, come dimostrano i dati 2022 della stazione meteo che fa capo al dipartimento di Fisica dell’Atmosfera dell’Università. Da gennaio a novembre compreso, solo 173,7 millimetri di pioggia. Aggiungendo gli 11 millimetri del dicembre 2021 si arriva ad appena 184,7 millimetri di pioggia negli ultimi 12 mesi.