
Ferrara, 30/08/13
Ill.mo Sig. Sindaco del Comune di Ferrara
Il sottoscritto Consigliere Comunale Francesco Rendine INTERPELLA il Sig. Sindaco e per esso l’Assessore delegato:
PREMESSO
che su via Comacchio le corsie di marcia sono larghe mediamente 2,8 metri e tra gli opposti versi di scorrimento la linea continua di separazione delle corsie impedisce agli autoveicoli di sorpassare in sicurezza le biciclette;
NOTO
che un automezzo può ingombrare (comprendendo gli specchietti retrovisori esterni) un paio di metri (i mezzi pesanti e gli autobus possono essere larghi anche 2,5 metri) e un ciclista ha dimensioni trasversali di circa 60 cm., si desume:
1) come ai mezzi pesanti e agli autobus che rispettino il codice della strada, sia impossibile superare biciclette che procedono su Via Comacchio nel tratto Ferrara – Cona;
2) come le auto possano sorpassare le bici, senza superare la linea continua, mantenendo da queste una distanza laterale di 20 cm.
DEMENZIALE
pensare di sorpassare una bicicletta con un franco laterale “di sicurezza” pari a 20 cm., infatti, tale spazio è nettamente insufficiente per compensare gli ondeggiamenti del veicolo che procede;
SERAFICO
che, alla luce della larghezza di via Comacchio e della segnaletica orizzontale, tutti gli automezzi diretti verso l’ospedale di Cona, trovando un ciclista che vuole andare a Cona procedendo sulla via Comacchio, per non violare il codice stradale devono accodarsi al velocipede per tutto il tragitto;
VERGOGNOSO
che l’amministrazione continui ad adottare una politica ignava “obbligando” gli automobilisti ed i ciclisti a percorrere un tratto ad elevatissimo rischio per entrambi;
OZIOSO
che da parte dell’amministrazione non si sia ancora, non solo realizzato, ma anche solo proposto un tratto di pista ciclabile che collega Ferrara a Cona;
ACCERTATO
che tra le diverse proposte di cittadini organizzati, il percorso che comporta uno dei migliori rapporti di rapidità di collegamento rispetto agli oneri economici è riportato in figura ed é stato ideato dall’associazione “I barcar ad Puatel” (la cui relazione si allega alla presente) e si sviluppa lungo il Po di Volano:
TUTTO CIO’ PREMESSO
Il sottoscritto INTERPELLA il sig. Sindaco per sapere:
se e quando intenda adottare provvedimenti urgenti al fine di dotare la frazione di Cona, ove è stato costruito un ospedale di valenza provinciale, di idonei tragitti ciclabili di collegamento col centro cittadino.
Si richiede risposta scritta.
Con Osservanza.
Il Consigliere FLI
Ing. Francesco Rendine
I BARCAR AD PUATEL
PROPOSTA DI PISTA CICLABILE FERRARA-CONA
La nostra associazione propone un percorso di pista ciclabile tra la città e l’ospedale di Cona (e anche Cona paese) seguendo per buona parte la sponda sinistra del Po di Volano, col vantaggio anche di riscoprire un ambiente fluviale poco conosciuto ma interessantissimo. Questo percorso si raccomanda particolarmente perchè è il più corto e rapido di tutti gli itinerari possibili.
Unica opera impegnativa necessaria è la ricostruzione del ponte Prinella (o ponte Bigoni vecchio) nella stessa forma e funzione ciclo-pedonale dell’attuale ponte di ferro che unisce S. Luca con viale Volano.
Quel ponte, costruito ai primi del 1900 per mantenere la comunicazione tra Quacchio e Cocomaro, interrotta dallo scavo del diversivo di Focomorto del Po di Volano, e distrutto dalle bombe nel 1943, non fu più ricostruito data la vicinanza del nuovo ponte Bigoni della Rossonia (aperta nel 1933) anch’esso bombardato ma poi ricostruito. La convivenza dei due ponti a così poca distanza sarebbe perfettamente giustificata dalla funzione esclusivamente ciclo-pedonale del nuovo: per un altro esempio si confronti il ponte ciclo-pedonale sul canale Boicelli (sulla pista ciclabile Ferrara-Cassana) accanto al ponte stradale preesistente. Tornare in bicicletta sulla Rossonia, arrivati all’osteria Prinella, sarebbe infatti pericoloso a causa del gran traffico oltre a costituire un giro vizioso, mentre il ponte proposto restituirebbe il tracciato più breve tra Quacchio e Cocomaro, senza immettervi nuovo traffico automobilistico essendo chiuso alle macchine.
DESCRIZIONE DEL PERCORSO
A1: usciti dalla prospettiva di Giovecca e dalle mura si percorre la strada Rossonia (o via Pomposa) per la pista ciclabile esistente in destra sino al borgo Malpasso (semaforo di Quacchio) e oltre. Quindi breve tratto privo di pista ciclabile, da allestirsi facilmente, sino all’incrocio di via dei Tigli. Voltare a destra per questa strada, cortissima e priva di traffico (eventualmente si segni una pista ciclabile in destra): si arriva subito in via Prinella dove ci uniamo alla variante
A2: usciti da porta Romana per le vie Colombarola, Briosi (borgo Quacchio) e Prinella, si discende questa sino al punto di confluenza con A1; di qui avanti percorso unico
A: in fondo a via Prinella (eventualmente delimitare pista ciclabile in destra) s’incontra la via Pioppa a sinistra (che porterebbe a Focomorto traversata la Rossonia) ma invece d’imboccarla si tira dritto per il ponte Prinella ciclo-pedonale da ricostruirsi come sopra detto, il quale traverserà il diversivo del Volano a monte del ponte Bigoni della Rossonia che così non viene più toccata.
Si prosegue per la tranquillissima via della Ginestra (rimasta isolata e solitaria dopo la distruzione del ponte Bigoni vecchio o Prinella) ma prima d’arrivare al borgo Marighella (dove s’incrocerebbe la via Scorsuro percorsa da un discreto traffico che va dalla Rossonia a Cocomaro) si devia a destra e si entra subito nell’antica strada di attiraglio (anzana o rastara) della sponda sinistra del Po di Volano: dove cioè passavano i quadrupedi che tiravano i barconi fluviali. È ancora adesso di proprietà demaniale (demanio pubblico dello stato per le opere idrauliche di seconda categoria; nella mappa del catasto cessato era iscritta come Rastara pubblica del Po di Volano) e perfettamente percorribile ma in terra battuta, da ghiaiare o asfaltare molto facilmente.
Senza nessuna difficoltà si segue questa comoda strada di sponda con bella vista della golena coltivata a sinistra e del Po a destra (tratto di fiume da pulire e sistemare idraulicamente in maniera adeguata trovandosi adesso in uno stato di abbandono indecente) sino al ponte di ferro, costruito nel 1917 al posto del passo preesistente, che unisce Cocomaro (di Focomorto) a Cocomarino (Cocomaro di Cona), poi affiancato da una passerella ciclo-pedonale di cemento. Passati a destra e traversata via Comacchio, si prosegue verso mezzogiorno per la strada che fiancheggia la chiesa e arrivati a una cabina elettrica continua come strada privata. Qui sarebbe necessario l’esproprio o l’istituzione di una servitù di passaggio pubblico, per un breve tratto sino a riuscire sull’itinerario
B (proposto dall’associazione Amici della bicicletta e altri): siamo in una strada pubblica ghiaiata, via Camerina, da seguire verso valle sino alla bretella dell’ospedale nuovo, sulla destra della quale si dovrà delimitare la ciclabile; e/o traversare la bretella sino alla vicina stazione ferroviaria di Cona Ospedale, arrivando così sotto l’ospedale stesso.
Auspicabile PROSEGUIMENTO PER CONA PAESE
Dal ponte di ferro invece di passare a Cocomarino si prosegua sulla sponda sinistra per la rastara sempre ben conservata e di proprietà demaniale: senza difficoltà si arriverà in bicicletta al ponte di Cona e quindi al paese, con grandissimo beneficio degli abitanti di questo. Identica necessità di rendere decente e presentabile il fiume. Sul quale un poco più a valle v’è il sostegno di Cona o di Codrea abbandonato da più di 110 anni, opera idraulica del XVII secolo rimasta del tutto unica, che reclama un urgente restauro come testimonianza della nostra antica civiltà di acque.
Non neghiamo i vantaggi dell’intero itinerario B, che con i tratti iniziali B1 e B2 mette in comunicazione con il nuovo ospedale tutta la parte meridionale della città: rispettivamente S. Giorgio e via Bologna. Il nostro percorso A invece, con i tratti iniziali A1 e A2 pure sopra descritti, è direttamente al servizio di coloro che partono da Quacchio e, per la Giovecca, da tutto il centro cittadino. Realizzarli tutti e due, A e B, vorrebbe dire dunque creare una rete ciclabile veramente efficiente tra la città e l’ospedale (e possibilmente, come s’è detto, anche Cona paese).