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Non fate morire il Po Morto di Primaro

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La situazione in cui versa attualmente il Po Morto di Primaro

Il Po di Primaro, detto anche Po Morto, è uno storico corso d’acqua che attraversa a Sud la provincia di Ferrara e che, nei secoli, ha subito profonde modificazioni, tanto da mutare da fiume a canale.

Originariamente era un ramo deltizio del Po, il principale, o “Primaro”, da cui trae il suo nome. Partiva da Ferrara, costeggiava la parte meridionale delle Valli di Comacchio, e sfociava nel mare Adriatico con un ampio estuario.

Attraversando numerose frazioni della provincia meridionale, tra cui Torre Fossa, Marrara, San Nicolò, Argenta e arrivando infine al mare, nei pressi di Ravenna. In quanto fiume navigabile, ha rappresentato per secoli un’importante rotta commerciale per tutto il territorio.

Nell’Alto Medioevo, intorno al 500, il Primaro iniziò a prosciugarsi, a vantaggio della portata del Po di Volano, che assunse presto il primato di ramo principale del Po. Solo con con la Rotta di Ficarolo, del 1152, che deviò di alcune decine di chilometri a Nord l’alveo del Po, le acque del ramo di Primaro si ridussero notevolmente. Il corso d’acqua venne comunque utilizzato come via commerciale, tra Ferrara e Ravenna, sino alla fine del sedicesimo secolo, epoca in cui Alfonso II d’Este chiuse il ramo di Primaro per favorire la navigabilità del Volano. Da lì il soprannome “Po Morto”.

Oggi, nel suo antico corso verso valle, scorre il fiume Reno e, a seguito di altri numerosi interventi dell’uomo, si può osservare solo una parte del suo originario letto fluviale, tra il Po di Volano di Ferrara e la frazione di Traghetto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Il primaro oggi pare veramente morto, a causa dell’incuria, dell’inquinamento e della maleducazione di chi considera i canali come fogne, o discariche”, afferma Paco, che abita a pochi passi dal canale.

Pare che soprattutto nel tratto finale del corso d’acqua, verso Traghetto, si concentrino, dipendentemente dal senso della corrente, la maggior quantità di liquami ed altri inquinanti riversati nelle acque dai centinaia di scarichi urbani che, tramite autorizzazione, finiscono direttamente nel canale.

Le sponde del corso d’acqua, che sarebbero zone di protezione speciale (ZPS), nonchè Rete Natura 2000, sono invase, al pari di tanti altri corsi d’acqua di zona, da rifiuti di ogni tipo, tutti rigorosamente di origine umana.

“I nostri associati lamentano spesso che il percorso ciclabile del Po di Primaro non sia adeguatamente valorizzato – conferma Stefano Diegoli, presidente di FIAB Ferrara, Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta – in questo modo invece che far conoscere il territorio e i suoi antichi percorsi, mediante la creazione e cura delle ciclovie, incentivando cicloturismo ed ecoturismo, si dissuadono le persone e le si allontana”.

La cura per questi luoghi così importanti per la storia di Ferrara è talmente scarna e approssimativa che anche le pietre militari, poste lungo la sponda, sono state divelte a seguito di sfalci d’erba poco oculati.

Garantire la fruibilità e la qualità delle vie d’acqua dovrebbe essere una delle principali priorità della politica, soprattutto nelle province come Ferrara che sorgono tra una moltitudine di canali e fiumi.

Troppe vie d’acqua soggiacciono alla medesima sorte del Po di Primaro, come se, privi di attenzioni, fossero in preda ad una lenta agonia, soffocati da malagestione, rifiuti e scarichi inquinanti.

“Non fate morire il Po Morto” è la richiesta unanime delle associazioni ambientaliste.