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Po in secca. Torna il copione dell’anno scorso. Al Nord Ovest la situazione peggiore

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po in secca 2023 come il 2022

Allarme rosso per il Po in secca. Di nuovo. La situazione è analoga a quella del 2022 e in alcuni tratti addirittura peggiore. La magra epocale del fiume culminata nella terribile estate 2022 si è solo attenuata nell’autunno scorso e ora ci sono le premesse per un altro giro in giostra.

Certo, si può sperare che durante l’ultimo scorcio di inverno finalmente nevichi, almeno sulle Alpi, e che piova come si deve. Tuttavia finora non è accaduto.

Bastano due grafici per rendere l’idea. Riguardano la portata del Po a Casale Monferrato (Alessandria) e a Piacenza. Sono diversi per l’aspetto grafico e per i criteri di redazione, ma mandano il medesimo messaggio: nel fiume c’è ancor meno acqua che nel febbraio 2022, quando già ce n’era ben poca.

Qui sotto il primo grafico, quello relativo a Casale Monferrato. E’ ufficialissimo: viene dall’Arpa Piemonte, l’agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. La portata del Po un anno fa era intorno ai 72 metri cubi d’acqua al secondo; ora è intorno ai 50. Quasi un terzo in meno: addirittura.

po in secca febbraio 2023 grafico casale monferrato

La secca del Po a Piacenza è evidenziata dal grafico che il Centro Meteo Emilia Romagna, un’associazione di volontariato, ha pubblicato sulla sua pagina Facebook. E’ qui sotto. Dall’inizio dell’anno, la portata del fiume è stata quasi sempre inferiore a quella registrata nel periodo corrispondente del 2022.

secca del po portata febbraio 2023 piacenzaAdesso il problema, seppur già serio, non ha grandi ripercussioni pratiche. Se la situazione non si aggiusta, i nodi verranno al pettine quando ci sarà bisogno di irrigare i campi. Il mais è una coltura particolarmente assetata: qualcuno sta pianificando di seminarlo come al solito?

Sembra che la tragedia – perché fu una tragedia – della siccità 2022 non abbia indotto contromisure. Al momento, si prende essenzialmente atto della situazione, come ha fatto giovedì scorso l’Autorità di Bacino evidenziando che la portata del Po è in calo e  ben al di sotto delle medie del periodo. Inoltre l’Autorità segnala che il Nord Ovest (l’area che costituisce il grosso del bacino del Po) è in una situazione di conclamata crisi idrica, mentre il Nord Est si trova in condizioni migliori.

Maggiori dettagli nell’ultimo bollettino Anbi, l’Associazione nazionale bonifiche irrigazione. Ormai – dice il bollettino – sono a rischio non solo le attività umane ma anche gli ecosistemi.

Secondo i dati Anbi, in Piemonte in gennaio è mancato il 64% delle precipitazioni e le portate degli affluenti del Po continuano a scendere: ora Tanaro -77%; Sesia -70%. L’anno scorso sulle Alpi piemontesi non c’era neve e ora ce n’è un po’, però in Valle d’Aosta è nevicato ancor meno che nel 2022 e nella Dora Baltea – altro affluente del Po – manca circa un terzo dell’acqua solita.

In Lombardia – sempre dato Anbi – manca il 44,5% delle abituali riserve idriche. I grandi laghi sono tutti sotto media e nel Lago di Garda l’acqua è meno della metà di quella presente l’anno scorso. C’è neve in montagna, ma – di nuovo – meno della metà di quella solita per la stagione. Fra gli affluenti del Po, spicca la situazione dell’Adda: la portata è pari al 40% di quella registrata nel febbraio 2022.

L’ultima pennellata di questo fosco quadro del Po in secca consiste nel fatto che non si vedono nuvole all’orizzonte. Le previsioni meteo a medio termine delle istituzioni scientifiche che fanno capo all’Unione Europea in questo momento indicano un febbraio molto asciutto. Marzo dovrebbe essere ben piovoso, ma in aprile e maggio – per quel che si può vedere ora – si prospetta la ripresa della siccità al Nord Ovest.

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