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Nuove regole e nuovo look per i Murazzi: al momento nessuno è in regola

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L’unica certezza è che “la Città, d’ora in poi, non vuole perdere neppure un mese di affitto, di qui in poi”. L’assessore al Patrimonio, Gianguido Passoni, non usa perifrasi: «La gente che non paga non la vogliamo più vedere ai Murazzi». I futuri gestori e concessionari dei Muri dovranno rispettare regole ferree, molto più che in passato.

Nuove licenze
A partire dai requisiti per partecipare al bando e ottenere le nuove licenze: tutte le arcate andranno a gara, da marzo. Una selezione pubblica, al massimo rialzo, ma tra gli esercenti attuali potranno partecipare (con diritto di prelazione) solo quelli che avranno saldato fino all’ultimo centesimo i debiti con la Città e non dovranno neppure avere procedimenti giudiziari in corso. A oggi, praticamente nessuno è in regola. Visto che, tra tassa sull’immondizia e affitti non pagati, i gestori devono al Comune 267 mila euro, con pendenze variabili dai 6 mila ai 70 mila euro. E non è tutto. Si sommano al “gruzzoletto” “altri 110 mila euro di canone ancora da versare per l’occupazione del suolo pubblico con il dehors”, spiega l’assessore all’Urbanistica, Ilda Curti.

Nessuna preferenza  
Chi non paga è fuori. La gara sarà bandita «nel più breve tempo possibile – prosegue Passoni –. Entro la tarda primavera i nuovi gestori potranno fare gli investimenti dovuti, in base al piano d’ambito». Per paradosso, nessuna preferenza nel bando sarà concessa a quei titolari di discoteche che, pur puntuali nei pagamenti, hanno affittato da un concessionario moroso. «L’equo canone per l’affitto a nostro giudizio non è caro, perchè ci sono gestori che accettano di pagare anche tre volte il prezzo che il loro concessionario versa a noi».
Gli affitti è probabile che vengano aumentati per rivalutare al massimo la zona. In modo variabile, a seconda delle attività, che potranno essere di somministrazione (metà delle 117 arcate resteranno locali notturni), di servizio o culturali e sportive (anche commerciali, ma in quel caso l’affitto ne terrà conto) – quest’ultimo punto è stata richiesta del consigliere Sel Marco Grimaldi, durante la Commissione di ieri. Ma la discussione è ancora aperta.
Di fatto, il volto dei Muri sarà molto diverso da quello a cui siamo abituati. Anche sul piano paesaggistico-architettonico. La parola d’ordine adesso è «edificare il meno possibile».

Il nuovo look
Nessun dehors megagalattico lato fiume, i gestori si scordino i chiringuito come al mare, succursali delle sale da ballo. Il soprintendente Luca Rinaldi ha posto nuove condizioni vincolanti. Non si potrà montare alcuna struttura sulle pedane. Le aree dehors potranno concedersi al massimo qualche ombrellone e sdraio. Non se ne parla di avere banconi e spillatrici della birra, se non all’interno delle arcate. Respinta anche la proposta di collocare servizi igienici en plein air. Bandite le serra all’inglese e le chiatte sul fiume, molto Berlino o New Orleans. Avanti, invece, con l’edificazione dei dehors a ridosso delle arcate, purché facilmente smontabili e dotati di pannelli fonoassorbenti.

Il voto  
Dopo molti mesi, il piano d’ambito sta per vedere la luce. La prossima settimana verrà votato in Commissione, per approdare poi in Sala Rossa. Con due ulteriori emendamenti della Lega, che chiede al Comune di costituirsi parte civile contro i gestori e di predisporre un migliore piano sicurezza. Solo allora, la bagarre sarà tutta concentrata sul bando.
Letizia tortello su La Stampa di Torino