

La nonna nel 1929 si era gettata nel Po per aiutare una giovane madre. Bankitalia e ministero le rifiutano la conversione dei risparmi dei genitori. Una vicenda che ha dell’incredibile segnalataci da un lettore di Rovigo. La narrazione ha un taglio giornalistico ma non conosciamo l’autore del testo. Ci sono anche alcune imprecisioni, ma pensiamo che valga la pena di raccontare ugualmente questa storia di gente per bene.
La nonna morì eroicamente, ma lo Stato non riconosce alla nipote il denaro che aveva investito. Era l’11 marzo 1929 quando la Gazzetta ufficiale del Regno d’Italia diede notizia del riconoscimento della medaglia d’oro al valor civile a Rosa Schiesaro, nata nel 1896 a Guarda Veneta.
La donna, come si legge nel documento dell’epoca, “scorta una giovane madre che slanciatasi nel Po nel vano tentativo di salvare un suo bambino caduto in acqua stava per annegare, benché inesperta nel nuoto si gettava nel fiume in suo soccorso; ma, ben presto, travolta dalla corrente periva anch’essa vittima del suo mirabile slancio altruistico”. Correva l’anno 1928 e la vicenda venne quasi dimenticata.
A riscoprirla, dopo circa 80 anni, Nadia Casazza, nata nel 1946 a Rovigo ma residente in provincia di Pavia, che, nel riordinare effetti personali del padre scomparso, ha rinvenuto nella vecchia casa dei nonni, assieme alla medaglia d’argento al valore civile, i risparmi della donna e del marito morto dopo di lei, che avevano messo da parte per la famiglia per tanti anni prestando denaro allo Stato sotto forma di cinque buoni di debito pubblico del Regno d’Italia del valore nominale ciascuno di 1.200 lire, per un totale di seimila lire. Stando a un consulente contabile è risultato un valore monetario attuale, tra interessi, rivalutazione e capitalizzazione di circa 65mila euro.
Fatta la scoperta di questo tesoro dimenticato, la nipote ora sta cercando disperatamente di recuperare la somma da Bankitalia e dal Ministero delle Finanze che sarebbero obbligati in solido a onorare tutti i debiti degli Istituti bancari e dei titoli facenti capo al Regno d’Italia. La faccenda diventa complicata perchè, secondo quanto spiegato dal Ministero, infatti, quando è passato troppo tempo dall’emissione del titolo tende a scattare una sorta di prescrizione. Dunque le somme rischiano di non poter essere incassate e molte persone rimangono con l’amaro in bocca. La nipote dell’eroica signora ha quindi fatto affidamento all’associazione per la Giustizia in Italia (www.agitalia.info) per cercare di riscuotere i titoli.