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Il terremoto che ha colpito l’Ovest della Bassa Ferrarese

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A San Carlo si scava nella sabbia che ha invaso una parte del pase

Sei morti, centinaia di sfollati, distruzioni nelle coltivazioni e una strage di campanili

di Andrea Dal Cero

Sono le due di pomeriggio di questa domenica da cani ed entriamo nella zona colpita dal sisma lasciando la via Ferrarese all’altezza di Malalbergo e procedendo verso Ovest.

A San Carlo si scava nella sabbia che ha invaso una parte del pase

Raggiungiamo per primo il paese di San Carlo. Qui la via d’accesso al centro è devastata da quello che un responsabile della protezione civile descrive come “un gigantesco fontanazzo”. Pare che la il terreno abbia ceduto comprimendo la falda di poco sottostante. Il risultato è che buona parte del paese è stata dapprima allagata e poi invasa da un’incredibile quantità di sabbia proveniente, sempre a quanto ci hanno riferito, dal paleoalveo del Reno e dal letto del Canale Napoleonico che scorre poco lontano dalle ultime case del paese. Dai pozzi artesiani, dalle fogne, dalle fratture nell’asfalto e negli scantinati, la sabbia scura è salita invadendo tutto.

Il municipio di Sant'Agostino distrutto

Proseguiamo e dopo pochi chilometri siamo a Sant’Agostino. Proprio nella piazza il Palazzo del Comune è distrutto e franato da più lati. Dall’altra parte della piazza la chiesa di Sant’agostino è colpita duramente, il campanile è pericolante e il suo orologio è fermo alle 04.04 di questa mattina: l’ora del terremoto.

L'orologio del campanile di Sant'Agostino fermo all'ora della scossa di terremoto

Protezione Civile, Croce Rossa, carabinieri, volontari, vigili del fuoco e polizia municipale sono dappertutto. I blocchi stradali sono stati disposti a tutti gli incroci della pianura ciscostante.
Non ci sono sirene, motori, rumori. La gente parla sommessamente, si fa scudo con l’ombrello,  sono gli occhi delle persone che ti raccontano più di quanto potrebbero farti capire le loro parole.
Poco fuori dal paese di Buonacompra una chiesa è completamente distrutta. Non ci fermiamo per non ostacolare il lavoro dei soccorritori.
Ai lati della strada incontriamo casolari in disuso franati in buona parte e capannoni, tanti capannoni industriali, danneggiati in modo serio ed evidente. Non sappiamo cosa pensare: sembrano nuovi, costruiti solidamente, ma adesso sono per terra. Vicino ai bordi della strada tante macchine agricole, tanti trattori: dei capannoni non si fidano più.
Arriviamo a Finale Emilia dove ci dicono che un’altra forte scossa ha provocato altri danni. Sono le 15,30: in auto, andando, non ci siamo accorti di nulla.

Il municipio di Finale Emilia

In piazza la gente cammina avanti e indietro ammutolita. In via Giuseppe Verdi il Palazzo del Comune è lesionato, la sua bella torre è parzialmente franata. All’angolo della strada, percorsi pochi passi di via Giuseppe Mazzini, tutta la parte superiore del frontone della chiesa è crollato invadendo completamente la strada di macerie. La croce posta alla sommità del timpano ha fracassato la vetrina di un negozio di fronte.
Lasciamo Finale e arriviamo a Bondeno che, visto da Corso Panaro, sembra vivere un pomeriggio come tanti. Ma nella zona dove si sono registrati i crolli peggiori non riusciamo ad arrivare. Da dovunque proviamo a passare c’è sempre una ciminiera pericolante che ci blocca la strada.
Si fa sera e cominciamo a tornare verso casa, tristi, oppressi da tanta desolazione.
L’ultima chiesa danneggiata, con il suo campanile pieno di crepe, la incontriamo a Casumaro.
A San Venanzio di Galliera la chiesa è in piedi e anche se transennata, non mostra danni evidenti. Anche il Palazzo del Comune è in piedi e al suo interno ferve un gran lavoro di coordinamento.
Lasciamo la zona del sisma in direzione di Bologna, dove questa notte tutti hanno avuto paura.
Speriamo che sia finita qui.