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Filiberto, imprenditore del pescaturismo

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Filiberto Raisi in uno scatto dal documentario "Arapaima - Re dell'Amazonia"

Filiberto Raisi, 36 anni, guardia ittica volontaria, proprietario del campo da pesca al siluro Clonk Extreme, nella frazione di Stellata, quest’anno festeggia il suo decimo anniversario d’apertura (Link – https://www.clonkextremefishing.com/ ).

Mentre ancora molti, erroneamente, attribuiscono al siluro la fama di “mostro”, predatore insaziabile e responsabile dei principali problemi del Grande Fiume, c’è chi su di esso ha creato un indotto virtuoso, basato sulla pescaturismo.

Il Po rappresenta un ambiente ottimale per questo pesce colossale, luogo in cui riesce a raggiungere dimensioni straordinarie e, seppur non particolarmente apprezzato per le sue carni, rappresenta il target tipico per i pescatori sportivi.

Filiberto cominciò a lavorare sul fiume già da studente. “Iniziai aiutando un tedesco che gestiva il campo da pesca, o waller camp, di Castelmassa – racconta – accoglievo i turisti per pagarmi gli studi e le piccole spese. Quando lui si trasferì fuori dall’Italia e cessò l’attività, i suoi clienti iniziarono a contattarmi chiedendomi di provvedere alle loro vacanze di pesca. Così, all’ultimo esame dalla laurea in ingegneria, capendo che non sarebbe stata quella la mia strada, ho deciso di cambiare tutto. Comprai la prima imbarcazione con un piccolo investimento, poi, a distanza di due mesi, la seconda, la terza e così via. Oggi sono un imprenditore che lavora sul fiume”.

Nello stesso periodo è iniziata la collaborazione con Fabio Marchetti, del resort Lucciole Nella Nebbia, che ha subito sposato l’idea di accogliere i pescatori del camp Clonk Extreme in vacanza.

Raisi ci tiene a precisare che lui non è una guida di pesca. “La figura della guida di pesca non è ancora riconosciuta in Italia. Molti utilizzano la licenza di pesca professionale per legittimare il trasporto di persone sulle imbarcazioni e dichiarare, in qualche modo, il proprio reddito”.

Spiega che “la pescaturismo è ancora diversa, indica il pescatore di professione che intende imbarcare persone a bordo del proprio natante e consumarvi prodotti ittici appena pescati. E’ scontato che serva presto un inquadramento preciso, quello che noi imprenditori del settore, in regola, chiediamo da anni”.

“I waller camp, hanno iniziato a comparire sul Po intorno al 1994” – racconta Raisi – “erano gli anni in cui si assisteva all’esplosione del siluro e in cui molti turisti stranieri venivano in Italia per divertirsi con questo grosso predatore. Il boom di tale tecnica è durato sino al 2014, per poi calare drasticamente con l’avvento del bracconaggio ittico e la pesca con l’elettricità”.
Per lungo tempo, soprattutto i primi anni, sulle sponde del Grande Fiume si scontravano da una parte le bande di bracconieri dell’Est, la cosiddetta Mafia del Pesce e, dall’altra, i gruppi di turisti che per giorni consecutivi rimanevano a pescare, in tenda, sulle sponde o le spiagge.

I primi ad accorgersene e a segnalare fenomeni di pesca illegale alle forze dell’ordine, furono proprio i waller camp, che sorgendo sul fiume e dipendendo da esso, erano interessati a preservarne l’habitat.

“Ricordo che quando uscivo coi primi clienti non era raro vedere siluri da 100-120 kg l’uno appesi con ganci ai ponti, puliti e sfilettati sul posto, in violazione delle più elementari norme igieniche – ricorda con amarezza Filiberto – l’indotto rappresentato all’epoca dalla lavorazione e la vendita illegale di pesce di Po, superava certamente quello costituito dai campi di pesca al siluro oggi”.

Gli stessi pesci di grossa taglia per cui i pesca-turisti pagavano migliaia di euro a settimana per tentare di catturarli, sono stati svenduti per anni al prezzo di un euro al chilo, arricchendo il mercato illecito e non dichiarato della pesca di frodo, a danno di quello virtuoso della pesca sportiva.

I clienti abituali del Clonk Extreme, come quelli di quasi tutti i waller camp in Italia, spiega “sono prevalentemente stranieri, prevalentemente tedeschi o austriaci. Una clientela di fascia piuttosto elevata, tra cui si contano dirigenti di azienda, dottori, o avvocati che, dopo aver passato un intero anno in ufficio, desiderano trascorrere una settimana allo stato brado, immersi nella natura”.

Le vie fluviali in Germania sono meglio gestite e tutelate rispetto all’Italia. Allo stesso tempo sono molto frequentate ed antropizzate, sfruttate al massimo come le nostre coste della riviera. Sul Reno o sul Danubio sono presenti spiagge, attività commerciali, numerose imbarcazioni e navi cargo che creano un’atmosfera caotica.

Al contrario il Po subisce da decenni l’abbandono e l’incuria delle amministrazioni. Il fiume è frequente luogo di illegalità, o areale inquinato, ma per i turisti è anche un corso d’acqua selvaggio in cui si può scordare gli stress della vita quotidiana. E’ per questo che attira chi vuole staccare per un po’ dalla vita civilizzata, magari per insidiare un pesce da record.
Chi viene in Italia a pescare il siluro, cerca quello eccezionale, superiore a 2 metri di lunghezza. In questo caso il record del Clonk Extreme è quello di un pesce di 265 cm, ovviamente catturato con la canna.

Dopo tanti anni in cui, secondo Filiberto, si è fatto troppo poco per il Grande Fiume proprio a causa del degrado e dell’inquinamento che, a suo dire, lo farebbero apparire come “una fogna a cielo aperto” è nata in lui la voglia di conoscere altre realtà e girare il mondo, non senza portarsi dietro la canna da pesca.
Oggi Clonk Extreme è anche il marchio di attrezzatura da pesca, creato da Filiberto e dedicato esclusivamente alla cattura delle grosse specie.

Grazie all’esperienza di pescatore sportivo maturata sul campo, da oltre un anno scrive e conduce documentari di pesca ai giganti delle acque, dal siluro del Po, al tonno rosso del Mediterraneo, sino all’arapaima dell’Amazzonia (Link – https://www.youtube.com/watch?v=hX0cJ0josvE).

Quando Raisi non è in giro per il mondo, torna nella golena ad accogliere i turisti presso il suo waller camp, a confrontarsi sulle tecniche e a vivere il fiume come ha sempre fatto. Sperando che presto la politica cominci a tutelarne l’ambiente e si accorga della sua importanza, valorizzando le molteplici attività legate alla natura che purtroppo, nel nostro paese, faticano ancora così tanto ad affermarsi.