
Il riso è una delle piante alimentari più antiche del mondo. Originario del sud-est asiatico, si ritiene che sia arrivato in Italia durante il Medioevo, portato dagli Arabi, dagli Spagnoli e dai mercanti veneziani. Con certezza nel tempo la risicoltura si sviluppò maggiormente nell’area Lombarda dove la presenza di terreni allagati offriva le condizioni ideali per la sua coltivazione, che in seguito si diffuse rapidamente nelle zone paludose della Pianura Padana.
La storia narra che il Duca di Milano Galeazzo Maria Sforza, avviò, già nel 1470, la coltura del riso nella sua tenuta di Villanova di Cassolnovo nelle vicinanze di Vigevano. Mentre il documento più noto sull’introduzione in Italia della coltivazione è sicuramente datato 27 settembre 1475; Galeazzo Maria scrisse una lettera a Niccolò de Roberti, ambasciatore estense a Milano, per comunicare che aderiva alla richiesta di riso fattagli da Ercole d’Este per iniziare la coltivazione del cereale nel ferrarese, e alcuni sacchi di riso vennero mandati in dono a Ferrara sotto scorta. A quel tempo, nel Milanese, l’esportazione del riso era severamente vietata, e lo sarebbe poi stata ancora per un ventennio. Ma per inviare il riso a Ferrara, il duca di Milano impartì l’ordine a tutti gli ufficiali del ducato sforzesco di non applicare nessun dazio. La cessione di questo riso indica che da qualche anno era sicuramente coltivato in Lombardia.
La scelta della casata degli Este di investire sulla coltura risicola si rivelò provvidenziale: i nuovi terreni, insieme al clima, si rivelano particolarmente adatti a ospitare i pregiati chicchi bianchi. Questa coltura, infatti, era strettamente correlata alla bonifica dei terreni bassi e paludosi che occupavano gran parte del Ducato. Tra il ‘700 e l’800 importanti famiglie veneziane, proprietarie terriere, avviano ulteriori opere di bonifica che avranno come scopo l’estensione delle risaie in tutto il territorio deltizio, contribuendo alla valorizzazione di queste aree ancora in bilico tra terra e acqua.
La particolare combinazione di acqua dolce e salata conferisce al riso del Delta del Po specifiche proprietà organolettiche che lo rendono un prodotto unico. La produzione di Riso del Delta del Po IGP è coltivato in circa 950 ettari di terreno, e può avvenire solamente nell’area del Delta del Po, in Provincia di Ferrara nei comuni di: Codigoro, Comacchio, Fiscaglia, Goro, Jolanda di Savoia, Lagosanto, Mesola, Ostellato, Riva del Po (Berra), e in Provincia di Rovigo nei comuni di: Ariano nel Polesine, Corbola, Loreo, Papozze, Porto Tolle, Porto Viro, Rosolina, Taglio di Po.