
Sono recentemente terminati i lavori di consolidamento e messa in sicurezza delle pareti pittoriche nella sala macchine dell’impianto idrovoro “Revere” a Moglia di Sermide, per contrastarne il degrado dovuto al trascorrere del tempo e ad infiltrazioni di umidità.
A seguito dell’autorizzazione della Soprintendenza, sono state eseguite le operazioni di pulizia delle pareti e di eliminazione delle efflorescenze saline che hanno causato il distacco di porzioni di intonaco. Le operazioni si sono quindi concluse con la fase di consolidamento delle superfici in distacco.
Gli ornati pittorici all’interno della sala macchine risalgono al periodo di costruzione dell’impianto idrovoro, compiuto entro il 1925, e riportano gli stemmi dei comuni facenti parte del comprensorio del Consorzio, realizzati in uno stile raffinato ed elegante nel periodo in cui in Europa imperversava l’Art Deco.
L’artista, ignoto, è certamente un professionista di una certa esperienza. “La mano è senza dubbio felice e sicura – afferma Giovanna Gola, che si è occupata dei restauri – e il disegno si presenta fresco, senza ripensamenti, con tratti precisi. La plasticità delle decorazioni è resa con poche pennellate e pochissimi colori, elementi da cui si evince che siamo in presenza di un decoratore molto abile”.
Durante gli interventi di restauro è emerso un particolare misterioso: tre comuni (San Giovanni del Dosso, Schivenoglia e Pieve di Coriano) riportano infatti uno stemma non pertinente, con croce bianca in campo rosso e corona reale, provvisto, nella parte inferiore, di un nastro con pendente, in cui è raffigurata un’annunciazione stilizzata (una “icona”, diciamo oggi).
Gli esperti interpellati sostengono trattarsi di uno stemma della casa Savoia, o stemma del Regno d’Italia, uno dei simboli patri italiani, sostituito nel 1948 dall’emblema della Repubblica Italiana. Il simbolo del pendente si è scoperto essere relativo ad un ordine cavalleresco creato dagli stessi Savoia, ovvero l’Ordine Supremo della Santissima Annunziata, la massima onorificenza concessa da casa Savoia. L’immagine dell’Annunciazione è racchiusa in tre nodi sabaudi.
Perché dunque questi tre comuni si fregiarono di tale stemma? E’ possibile pensare che i tre comuni in questione abbiano adottato il simbolo araldico sabaudo per fedeltà al regno, quale segno identificativo di appartenenza allo stesso.
In un momento in cui all’Annunciazione sono state dedicate a Mantova mostre ed approfondimenti – ricordiamo l’esposizione dedicata a Tiziano e Richter a Palazzo Te, quella appena conclusasi al Museo Diocesano Francesco Gonzaga e una serie di incontri e conferenze – anche il Consorzio Terre dei Gonzaga in Destra Po ha scoperto una propria personalissima Annunciazione, celata tra le decorazioni della sala macchine del bellissimo impianto idrovoro.
Il Direttore, Raffaele Monica, che ha seguito con vivo interesse la vicenda dell’Annunciazione di Sermide, dalla scoperta del misterioso simbolo sotto gli stemmi alla rivelazione del suo significato, commenta: “Questo singolare ritrovamento concorre ad evidenziare il ruolo culturale e di testimonianza storica che i Consorzi di Bonifica svolgono, anche grazie agli impianti e ai manufatti storici tutt’ora mantenuti funzionanti, continua fonte di scoperte e di piacevoli sorprese”.