
Secondo il rapporto di Transport & Environment tra i 50 porti che sopportano più emissioni ce ne sono 10 italiani. Tra le 50 città più inquinate d’Europa per i fumi tossici emessi dal turismo di lusso dei giganti dei mari, dieci sono italiane: anzi, al terzo posto assoluto c’è Venezia, preceduta solo da Barcellona e Palma di Maiorca.
I dati sulle emissioni li fornisce il rapporto pubblicato da Transport & Environment proprio in concomitanza con la Giornata mondiale dell’Ambiente: 62mila tonnellate di ossidi di zolfo, 155mila di ossidi di azoto, 10mila di polveri sottili e più di 10 tonnellate di CO2.
A Venezia ogni anno 68 grandi navi stazionano quasi ottomila ore in porto a motori accesi, emettendo 27.520 chilogrammi di ossidi di zolfo: 20 volte la quantità dello stesso inquinante prodotta dalle automobili nell’intera area comunale, Marghera e Mestre comprese.
L’inquinamento delle città di porto deriva in gran parte dallo stazionamento delle navi da crociera ormeggiate ai moli. “Queste città galleggianti – si sottolinea nel rapporto – devono tenere i motori accesi per funzionare e garantire i servizi di bordo ai passeggeri”.
Dal rapporto emerge che 4 su 5 delle città portuali più inquinate dell’Ue si trovano nel Mar Mediterraneo. “Questo dato – spiegano i tecnici – ci ricorda che, nell’Europa meridionale, la normativa sulle emissioni navali è meno stringente”. Nel Mare del Nord invece è in vigore una cosiddetta “Sulphur emission control area” che ha portato al dimezzamento delle emissioni grazie a un limite al tenore di zolfo contenuto nei carburanti fissato allo 0.1 per cento.
“È ormai assodato – ricorda Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria – che l’esposizione alle massicce quantità di inquinanti che provengono dalle navi comporta un incremento del rischio di tumori, dell’incidenza di asma, di malattie neurologiche e può determinare danni gravi al sistema cardiorespiratorio oltre che allo sviluppo degli organi del bambino”.