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Turismo fluviale, ritardi inaccettabili

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Riportiamo un appello di Giuliano Landini, capitano della motonave Stradivari. Articolo a firma di Margherita Montanari, pubblicato sul corrieredibologna.corriere.it/bologna

«Il fiume Po è la bella addormentata del turismo italiano. Eppure le potenzialità di questo corso d’acqua sono infinite: l’aspetto paesaggistico, l’enogastronomia, la storia e la musica che lo attraversano da Cremona a Ferrara potrebbero richiamare molti più visitatori». A sollevare il problema è chi di quelle manciate di turisti ci vive da oltre 40 anni. Giuliano Landini, capitano della motonave Stradivari, ancorata tra Boretto e Viadana, è uno dei pochi imprenditori che ancora investono sul più grande fiume d’Italia. «Ma se la situazione va avanti in questo modo – afferma – si rischia davvero di chiudere».

I Landini, di Boretto (Reggio Emilia) sono gente di fiume da tre generazioni. Già il nonno di Giuliano solcava il Po sulle imbarcazioni. Poi è stata la volta del padre Giuseppe, gestore di un piccolo taxi boat da 20 persone. Dal 2003 i Landini solcano le acque del fiume sulla più grande motonave fluviale d’Italia, la Stradivari, con un valore di oltre 2 milioni di euro. Nel tratto del medio Po, l’imbarcazione è l’unico sistema di trasporto fluviale a organizzare crociere e tour. “Tutti gli altri se ne sono andati”, nota Landini.

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