
Anche dagli itinerari sulle vie d’acqua inizia la rinascita delle zone terremotate
dal nostro corrispondente Gian Luigi Casalgrandi
Dopo gli eventi sismici del 20 e 29 maggio che hanno colpito diversi comuni della Bassa emiliana, provocando tante vittime, nulla sarà come prima. Oltre alla ricostruzione di case e fabbriche, anche gli itinerari storico-gastronomici tra Secchia e Panaro dovranno essere completamente ripensati. Castelli, chiese, palazzi signorili sono stati sbriciolati; locali tipici e agriturismi, gravemente danneggiati. Il nostro vuole essere un appello a non abbandonare quelle zone martoriate e continuare a visitarle per portare un aiuto concreto alla popolazione. Per questo le vie d’Acqua possono costituire interessanti poli d’attrazione.
Il territorio di Bomporto dal 1423 è attraversato dal Naviglio Modenese, canale navigabile ricavato da una deviazione del fiume Panaro, affluente del Po. Storicamente questi corsi d’acqua erano le vie di commercio maggiormente utilizzate per gli scambi di merce, essendo tutti fiumi navigabili di collegamento tra Modena e l’Adriatico.Il Naviglio Modenese lasciava la città alle spalle del Palazzo Ducale e, attraverso l’attuale Corso Vittorio Emanuele, proseguiva fuori le mura toccando la località dei Mulini Nuovi. Attraversata Bastiglia e raggiunta Bomporto si congiungeva quindi al fiume Panaro. La navigazione fu attiva fino ai primi anni del novecento, quando i barconi carichi di merce giungevano nella Darsena di Bomporto trainati dai cavalli.
La Darsena rappresenta l’eccellenza architettonica più significativa della zona e fu costruita nella seconda metà del XVIII sec. su richiesta di Francesco II d’Este. E’ un’opera idraulica di grande importanza e ancora oggi si possono ammirare le Porte Vinciane costruite per consentire il blocco dell’afflusso dal Naviglio al Panaro, quando quest’ultimo supera un determinato livello. L’azionamento delle Porte è completamente automatico e si basa su un principio idraulico studiato da Leonardo da Vinci.
Per mangiare, ci si può fermare in un vecchio casale lungo l’argine del fiume a Solara di Bomporto nella trattoria “ La Lanterna di Diogene” gestita dall’omonima cooperativa sociale, dove lavorano con passione e impegno un gruppo di ragazzi disabili. Sono gli stessi che alcuni anni fa, da bambini, frequentavano il centro di terapia integrata per l’infanzia La Lucciola a Stuffione di Ravarino. Raggiunta ora la maggiore età non volendo fare un “lavoro finto” si sono rimboccati le maniche per dar vita ad un progetto concreto: creare un ambiente di lavoro dove stare bene e fare stare bene gli ospiti, un’occupazione che permetta di guadagnare denaro e soddisfazioni in un clima umano, dove ognuno possa crescere lavorando. Ed è così che in un casolare di campagna ristrutturato grazie ai risparmi dei genitori, a mutui e al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, è nata La lanterna, dove i ragazzi cucinano, coltivano l’orto, il frutteto ed allevamento animali da cortile, asini e cavalli. L’osteria è aperta solo su prenotazione per pranzi e cene.
Info: La Lanterna di Diogene Società Coop. Sociale
Via Argine, 20
41030 – Solara di Bomporto (Mo)
Tel. +39 059 903295
Fax +39 059 903568
www.lalucciola.org
e-mail: lalanternadidiogene@lalucciola.org