
«E c’è ancora chi dice che non sia mai esistito. Che sia soltanto una fantasia popolare, così come il suo (e nostro) drago, il Tarantasio. Forse sì, c’era qualche palude, anche vasta. Ma niente di più. Eppure, non solo il lago Gerundo è realmente esistito, migliaia di anni fa – tra gli otto e i cinquemila, per la precisione – come lago “vero e proprio”, benché di pianura.
E, più di recente, si fa per dire, come enorme palude inospitale, bonificata (quasi) definitivamente attorno all’anno Mille dai monaci benedettini e cistercensi.
Tuttavia il Gerundo, benché “senza acqua”, è ancora lì, con le sue coste, la sua geografia e la sua storia…»
Il giornalista Fabio Conti torna sulle tracce del grande lago scomparso, che nell’antichità occupava il cuore della Lombardia (a cavallo delle province di Milano, Bergamo, Lodi e Cremona), proponendoci un affascinante viaggio nel tempo e nello spazio e facendoci riscoprire un territorio straordinariamente ricco di testimonianze storiche e artistiche oltre che particolarmente bello dal punto di vista paesaggistico e naturalistico.
Fabio Conti è nato nel 1979 a Vaprio d’Adda (sulla sponda milanese del lago Gerundo)
e vive da sempre nella Geradadda. Giornalista professionista, è redattore dell’“Eco di Bergamo” e corrispondente dell’“Ansa” da Bergamo. Appassionato di storia e tradizioni locali, ha scritto racconti pubblicati in varie raccolte. È inoltre autore del volume “Uomini e motori: storie e passioni bergamasche” (Grafica&Arte).
Dopo il successo di “Lago Gerundo tra storia e leggenda”, in questo nuovo libro approfondisce la (ri)scoperta del grande lago lombardo scomparso attorno all’anno Mille.
Meravigli editore – 288 pagine a colori – Brossura – Copertina plastificata – 22,00 euro