
di Gian Luigi Casalgrandi
Dopo i lavori programmati dall’Aipo (Agenzia interregionale per il fiume Po) sul territorio modenese, ora è la Bonifica Burana a far sapere di avere incrementato gli interventi in montagna per far fronte alle criticità dell’Appennino accentuate dall’eccezionalità degli eventi piovosi registrati negli ultimi due anni, che hanno avuto un notevole impatto sull’attività del Consorzio, in pianura (presieduto da Francesco Vincenzi, da poco eletto alla presidenza nazionale del sistema di bonifiche A.N.B.I.).
“Le zone collinari e montane, costantemente alle prese con problemi di dissesto idrogeologico, stanno registrando un incremento di situazioni d’instabilità – afferma il direttore generale dell’ente, ing. Cinalberto Bertozzi – per varie cause: dalle piogge intense, agli ostacoli al deflusso generati da vegetazione in alveo, o materiali trasportati dalle piene, alla mancanza di una manutenzione capillare del reticolo minore, nonché alla poco diffusa consapevolezza delle buone pratiche di gestione del territorio.
In tale contesto, il Consorzio ha dato e continua a fornire il proprio contributo intensificando sia il numero degli interventi sia la tempistica delle pratiche che – ha ricordato – devono tutte essere autorizzate dalla Regione Emilia-Romagna, che ha la competenza sui corsi d’acqua naturali”. In questo periodo il Burana ha 20 i cantieri in corso e altri 30 in attesa di essere avviati, “anche se l’andamento della piovosità non aiuta certo lo svolgimento dei lavori che spesso devono essere interrotti per impraticabilità”.
Il presidente Vincenzi ha ribadito, infine, che la gestione del reticolo naturale è in capo alla Regione e che la manutenzione attuata dal Consorzio è condivisa con le Unioni dei Comuni e che sia gli Enti locali, sia i vari Enti gestori, sia il singolo cittadino sono legittimati, ognuno per la sua parte, a contribuire per la prevenzione e manutenzione al fine di dare maggiore stabilità a un equilibrio ambientale fragile per natura, soprattutto in un Paese come l’Italia, caratterizzato da problematiche di dissesto idrogeologico complesse, in cui la salvaguardia del territorio sta diventando priorità nazionale, come dimostra la Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico istituita dal Governo per la difesa del suolo”. A parere di Vincenzi, i recenti fatti di Genova dimostrano come la necessità sia quella di lavorare sulla prevenzione piuttosto che rimediare a distruzione avvenuta, pagando caro con la perdita di vite umane innanzitutto, e in termini sociali ed economici.