
20 aprile 1959 – Gazzetta di Mantova
Stazionarie le condizioni degli ammalati di Sermide
Oggi a Sermide si respirava un’aria diversa. La giornata domenicale, il mercato e le notizie rassicuranti avevano portato animazione nelle vie del paese, benché la maggior parte dei bambini siano ancora sfollati. Una giostra e il cinematografo Verdi aperto e frequentato davano la misura della maggiore tranquillità che regnava tra la popolazione. Anche dall’Ospedale Sant’Antonio giungono notizie rassicuranti: le condizioni dei piccoli degenti sono abbastanza buone e – secondo le dichiarazioni del direttore prof. Martelli – essi vengono trattenuti soltanto per misura precauzionale. Potrebbero infatti anche essere dimessi. Si era avuta nella giornata di ieri la notizia di un nuovo ricovero: avrebbe presentato i sintomi dell’infezione una bambina di un anno abitante a Malcantone: la voce è stata parzialmente smentita poiché la bimba sarebbe stata trasportata all’ospedale per altri motivi. Apprendiamo che nella giornata di oggi giungerà nuovamente a Sermide da Roma il prof. Corselli, ispettore del Ministero della Sanità, per procedere a un altro accertamento.
Le cose vanno meglio nella piccola cittadina della Destra Po Mantovana. Gli articoli di Fernando Villani ci raccontano di una “nuova animazione” che si vive per le strade del centro. Gli accertamenti si susseguono, le analisi però non spiegano quello che sta succedendo.
21 aprile 1959 – Il Resto del Carlino
Altri due casi sospetti segnalati da Magnacavallo e da Poggio Rusco. Apparentemente confortanti la condizioni dei bambini colpiti dall’epidemia. Mentre perdura il mistero della tossinfezione
A Sermide la situazione continua a rimanere stazionaria. Ieri si sono avuti altri casi ma in compenso le condizioni dei piccoli degenti da parecchi giorni sono ormai decisamente confortanti tanto che parecchi di essi verranno dimessi a quanto pare entro brevissimo tempo. Ieri è ritornato a Sermide l’ispettore del ministero della sanità professor Corselli il quale ha conferito con il sindaco signor Poletti, con il medico provinciale aggiunto dottor Lieto, con l’ufficiale sanitario del distretto di Ostiglia dottor Grassi, con il medico condotto locale dott. Trazzi e dott. Bozzini; nel corso di una riunione svoltasi in municipio è stato deciso di esaminare più attentamente le condizioni del fossato che fiancheggia Viale della Rinascita, ai margini della zona che ha avuto il maggior numero di colpiti; il professor Corselli, inoltre, ha manifestato l’intenzione di ispezionare accuratamente i locali delle scuole. In quanto alle analisi di laboratorio, dalle quali si attendeva la soluzione del mistero, sulle cause che hanno determinato il “Morbo di Sermide” nulla di nuovo ancora si è saputo anche perché molti dei risultati delle ricerche di Mantova vengono controllati nei laboratori milanesi dell’Istituto Chimico Batteriologico. Altri due casi vengono segnalati, invece, da Magnacavallo e da Poggio Rusco ma come l’esperienza di questi giorni ha già ripetutamente insegnato, è bene attendere un po’, prima di dedurre dalle analogie dei sintomi l’identità del male. Nel frattempo a Sermide perdura il “ blocco” dell’ospedale e gli asili rimangono tutti chiusi, nelle scuole elementari invece si è registrato ieri un leggero aumento delle frequenze; fra circa duecento alunni un’ottantina hanno presenziato alle lezioni.
24 aprile 1959 – Corriere Lombardo
Quasi tutti guariti i bambini di Sermide. Soltanto tre sono rimasti in ospedale. Si attendono ancora da Milano i risultati delle analisi. Si è spenta la misteriosa infezione
Da sessanta ore nessun nuovo ricovero da tossinfezione è stato registrato a Sermide e ciò ha contribuito alla distensione generale degli animi. La cittadina agricolo-industriale della Bassa Mantovana va riprendendo la sua vita normale. La novità di ieri sera è costituita dal fatto che dodici dei quindici bambini che si trovavano presso l’Ospedale Sant’Antonio Abate, sono stati dimessi. Da più di setto o otto giorni essi erano sfebbrati, stavano bene ed erano clinicamente guariti. Come ha affermato più volte il primario, professor Gastone Martelli. Ieri sera al crepuscolo, accompagnati dai loro genitori che li avevano assistiti per tutto il periodo della degenza, sono tornati alle loro case. Sono usciti alla chetichella senza fare chiasso. Le loro dimissioni dall’ospedale avrebbero dovuto avvenire entro le prossime quarantotto ore. Cioè quando sarebbero pervenuti gli ultimi risultati analitici dell’Istituto di Batteriologia di Milano, prelevati domenica scorsa dalle dottoressa Bergamini, venuta espressamente dalla capitale lombarda per prelevare campioni di sangue. Ma a richiesta delle famiglie i bambini sono stati dimessi ugualmente. All’ospedale di Sermide sono rimasti solamente tre bambini, ultimi ricoverati. Le loro condizioni di salute sono discrete e la loro guarigione non dovrebbe farsi attendere molto. Le dimissioni di questi ultimi ragazzi colpiti dall’epidemia di gastroenterite tossica contribuiranno a risolvere definitivamente le apprensioni e i giustificati timori dell’opinione pubblica locale e nazionale. Intanto dalle rive del Garda e dell’Adriatico i bambini “sfollati” stanno rientrando nelle loro case. Il fatto viene confermato dal maggior afflusso di scolari alle scuole elementari del luogo. Nella giornata di ieri le frequenze sono salite al 50 per cento circa. Solo pochi giorni fa la frequenza era limitata al 18-20 per cento. Oggi è prevista a Sermide la presenza del professor Guido Corselli, alto ispettore del ministero della Sanità pubblica, per conferire con i medici e le autorità locali. Entro qualche giorno è prevista pure la diffusione di un comunicato ufficiale sui fatti tossinfettivi di Sermide, le cui cause non sono ancora ben chiare. Va comunque prendendo consistenza nell’opinione pubblica l’ipotesi che il “Morbo di Sermide” sia di origine virale; assolti dalle analisi di laboratorio sono i cibi e le bevande. I genitori che hanno lasciato l’ospedale ieri sera hanno dichiarato che tanto i bambini quanto loro stessi erano stanchi di rimanere in ospedale. Si deve aggiungere a ciò il fattore economico: la degenza in ospedale costa parecchio e di gente ricche, fra quelli, non ve n’era.
Insomma, tutta la faccenda sembra finire qui, senza un vero perché. Si è spenta la misteriosa infezione, come titola il Corriere Lombardo.
Tanti bambini si sono ammalati, tre di loro sono morti, Sermide è stata sconvolta dalla paura, tutto questo senza che nessuno abbia trovato il vero motivo per cui tutto è successo. Tra i pochi punti fermi a cui sono giunti le varie commissioni e gli istituti di ricerca c’è che l’epidemia è probabilmente di origine virale e che cibi e bevande non sono tra le cause dell’infezione.
Ma ve lo ricordate quel batteriologo di Modena che sosteneva che in “un certo centro abitato” degli Stati Uniti si erano verificati molti casi mortali dovuti a un patogeno simile a quello del Morbo di Sermide?
E allora andiamoci, negli USA.
Quando siete a New York, passate il ponte, andate nel New Jersey e cominciate a risalire il fiume Hudson. Non abbiate fretta, noleggiate un auto confortevole e godetevi il paesaggio fino a West Point.
Da lì comincia una vera e propria pianura fluviale che potrebbe, per certi versi, ricordare la nostra pianura del Po. Un altro paio di orette alla guida e, se giraste a sinistra, potreste finire a Woodstock in poco tempo. Sì, proprio quella Woodstock lì, dopo più di mezzo secolo da che è finito il concerto.
Ma non fatevi tentare dalle emozioni e tirate dritto verso Nord e, a metà strada da Albany, troverete la cittadina di Coxsackie. Siete arrivati.

Un centro abitato sulla riva destra di un fiume, con tanto di isola sabbiosa nel mezzo, al tempo senza fogne e senza acquedotto.
Il clima è praticamente uguale a quello di Sermide per giornate di sole e di pioggia, le temperature medie e il tasso di umidità sono simili, l’altezza sul livello del mare si scosta di pochissimo da quella del Medio Po. Lo scostamento geografico è di circa due paralleli nell’Emisfero Nord.
I coxackiesi non sanno di Sermide più di quanto i Sermidiani sappiano di Coxackie, però il nesso c’è. Eccome se c’è!
Il Patologo americano Gilbert Dallford entrò a far parte del Dipartimento di Sanità dello stato di New York nel 1945 e nel 1947 individuò proprio qui, per la prima volta, casi di infezione umana prodotti da virus particolari, detti appunto virus Coxsackie.
Cito in maniera pedissequa la definizione di un testo di medicina che riporta i risultati delle ricerche del dottor Dallford: “I Virus Coxsackie ed echo (della famiglia enterovirus) sono tra le maggiori cause di febbri infantili, specialmente nei mesi estivi. Possono causare una serie di sintomi: cefalee, dolori in tutto il corpo, nausea, mal di gola, diarrea. Se esposti ad uno degli enterovirus, alcuni bambini avranno febbre per diversi giorni e si sentiranno depressi. Altri presenteranno leggeri malesseri con qualche dolore e forse un poco di febbre. Nella maggioranza dei casi, la malattia è debole e si risolve spontaneamente. Il nome Coxsackie deriva dalla cittadina vicino ad Albany, New York dove il virus fu isolato per la prima volta. Il nome “eco” deriva dalla maniera in cui la malattia cresce e cala nell’arco di parecchi giorni. Altri termini con cui questa malattia viene indicata sono “influenza estiva”, “febbre dello stagno” e “Febbre di Boston”. Alcune forme classice di enterovirus sono l’Herpangina e la malattia mano-piede bocca. Nell’Herpangina sono presenti caratteristiche lesioni della mucosa nel retro della gola ed anche piccole vesciche sulle mani e/o sui piedi. I bambini più piccoli tendono ad avere la febbre molto più alta e la malattia è molto più accentuata. In un tipico scenario famigliare un bambino può avere febbre molto alta e vesciche sulla gola. Mentre un bambino già in età scolare che ha sviluppato difese immunitarie sente solamente un po’ di dolore e qualche linea di febbre. I genitori sono spesso totalmente asintomatici o possono avere un leggero mal di testa per un giorno o due. Le infezioni enterovirali sono assai comuni e la maggior parte dei bambini ne ha sofferto prima di iniziare le scuole. La maggior parte guarisce da sé a causa del sistema immunitario e si ottiene una completa guarigione nel giro di una settimana.”
Il 4 giugno del 1959 “gli attrezzati laboratori” dell’Istituto della Sanità di Roma identificarono il virus. Anzi, l'”l’ultravirus”, come lo chiamarono e come il bravo e puntuale Fernado Villani scrisse il giorno dopo sul suo giornale.
5 giugno 1959 – Il Resto del Carlino
Identificato il virus dell’epidemia di sermide. Allo stesso agente patogeno, il “coxsakie”, sono da attribuirsi le infezioni verificatesi a Carbonara, Canneto, Marmirolo ed altre località.
Ed è con questo titolo che finisce la ricostruzione di questa brutta storia di cui, come tante altre, si è persa la memoria.
Voglio ringraziare Luigi Lui, direttore del Mensile Sermidiana, per il prezioso materiale fornitomi e Giorgio Benedetti, gaffista della prima ora, per le traduzioni e le conversazioni avute, a nome mio, con il municipio di Coxsakie.
Ricordo con affetto Maurizio Icio Santini che, accompagnandomi a comprare asparagi al mercato, fu il primo a stuzzicare la mia curiosità sul Morbo di Sermide.
I Bambini di Sermide: cronaca di un’epidemia dimenticata
I Bambini di Sermide: una città senza bambini (2)