
Oggi il cielo è grigio su Torino e qualche goccia di pioggia mischiata a neve è caduta. Poca, troppo poca per pulire l’aria che da giorni registrava concentrazioni di polveri sottili che dir preoccupanti è poco. A Torino da venerdì è scattata l’allerta viola che si attiva dopo 20 giorni di superamento consecutivo della soglia di 50 µg/m³.
Questa limitazione è definita dall’ordinanza 42 del Comune di Torino avente come oggetto il “piano d’intervento operativo per il miglioramento della qualità dell’aria e aggiornamento delle misure temporanee da adottarsi in caso di perdurante accumulo degli inquinanti”.
La parola chiave in questo caso è temporanee. Parola a cui Legambiente si contrappone in occasione della pubblicazione del suo dossier Green New Deal italiano avvenuta pochi giorni fa. In occasione della presentazione della pubblicazione Giorgio Prino, Presidente di Legambiente Piemonte ha affermato: “Da settimane registriamo livelli di PM10 quasi costantemente doppi rispetto ai limiti di legge, non solo a Torino e nei 24 Comuni della cintura, ma su tutto il territorio regionale… Riteniamo la misura colma: è giunto il momento di pensare seriamente a misure strutturali”.
Nel dossier Legambiente ha selezionato su tutto il territorio nazionale 170 opere pubbliche ferme, in attesa di essere approvate e/o finanziate, scelte in base a criteri di utilità, di miglioramento della sicurezza, di innovazione in tema di mobilità, di riduzione del consumo di risorse naturali e di transizione energetica.
Per il Piemonte le opere selezionate sono state 7 concentrate, anche se non unicamente sulle tematiche dei trasporti e della mobilità urbana. Questo perché, usando sempre le parole del presidente di Prino, “sulla città di Torino i dati Arpa dicono che la prima fonte di inquinamento è il traffico veicolare”.
Purtroppo il trasporto pubblico tarda a fornire soluzioni alternative all’utilizzo delle auto. La linea attualmente funzionante ad esempio è in ancora in attesa di un prolungamento: 3,4 km. In questo caso i lavori sono stati completamente finanziati. Si tratta di 148 milioni di euro ma i lavori vengono ripetutamente rinviati. Anche la seconda linea della metropolitana di cui si parla da anni, rimane ancora un desiderata. In questo caso però si stanno ancora attendendo i finanziamenti.
Secondo stime riportate nel dossier, con l’intera rete completata la metropolitana accoglierà 300 mila spostamenti giornalieri riducendo le emissioni di anidride carbonica di 30 mila tonnellate annue. Altro punto, il completamento delle stazioni sotterranee Dora e Zapata del servizio ferroviario metropolitano di Torino. Le stazioni sono state consegnate grezze da diversi anni ma nonostante i progetti esecutivi siano già stati stilati, le due stazioni non sono ancora operative. Questo per quanto riguarda la città di Torino.
Ma il dossier punta il dito anche alle tratte ferroviarie chiuse. Negli anni 2011/12 la Regione effettuò tagli che portarono alla chiusura di 14 linee per un totale di 480 km. Se riattivate potrebbero senza dubbio attirare molti lavoratori costretti oggi ad utilizzare il trasporto privato. Di queste, ad inizio dello scorso anno è stata riattivata unicamente la tratta Savigliano-Saluzzo pari a 12 km.
Insomma in tempi in cui l’emergenza climatica chiede interventi tempestivi è proprio il momento di non tergiversare.