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Dopo la rabbia, il dolore e le aspre critiche, una nota di Aipo sull’alluvione nel Modenese

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Riceviamo e pubblichiamo una nota appena pervenutaci dalla direzione di Aipo.

“AIPo ha espresso e continua a sentire profonda comprensione per la situazione di gravissima difficoltà che la popolazione della bassa modenese ha vissuto e sta vivendo a causa della rotta arginale del fiume Secchia del 19 gennaio scorso.

Abbiamo ritenuto inevitabile che la rabbia e il dolore delle persone colpite da un tale disastro, che segue quello del terremoto, si rivolgessero in primis nei confronti di AIPo. Tutta l’Agenzia, a partire dall’eccezionale sforzo del personale dell’Ufficio AIPo di Modena, ha operato col massimo impegno per chiudere la rotta arginale – operazione conclusa in tempi molto stretti considerato il contesto in cui è avvenuta – intervenire sulle opere idrauliche danneggiate, monitorare le arginature, e questo anche nel corso degli altri eventi di piena che si sono succeduti dopo il 19 gennaio.

Le azioni sono state portate avanti in stretto coordinamento con tutti gli Enti riuniti nel tavolo istituzionale per l’emergenza istituito a Marzaglia. Il Comitato di indirizzo di AIPo, il 17 febbraio, ha deliberato di anticipare risorse per gli interventi urgenti post-alluvione per una somma di circa 5,2 milioni di euro.

A oltre due mesi dal quel drammatico giorno, dispiace constatare come il dire la verità da parte della Direzione AIPo in merito all’insufficienza di risorse finanziarie e umane disponibili per la sicurezza idraulica – che è stata notata anche da diversi organi di stampa, per il resto aspramente critici nei confronti dell’Agenzia – sia stata interpretata da alcuni come una ricerca di alibi o uno “scaricabarile” rispetto a quanto purtroppo accaduto.

Rileviamo inoltre come, nonostante le spiegazioni fornite in varie occasioni, in alcune prese di posizione si confondano aspetti diversi fra loro quali la manutenzione dei rilevati arginali – regolarmente effettuata da AIPo, in base ai fondi assegnati, ed eseguita, lo ripetiamo, anche sul tratto interessato dalla rotta – e l’eventuale eliminazione di vegetazione e/o movimentazione di sedimenti all’interno dell’ alveo: operazioni, queste, per le quali AIPo non può agire in autonomia, che richiedono risorse rilevanti e il cui effetto positivo rispetto ai rischi di alluvione, peraltro, non è affatto certo ma, al contrario, è da dimostrare in base ad attente analisi della morfologia fluviale.

Dispiace infine constatare che fin dall’inizio e tuttora vi siano affermazioni tese a far intendere che le cause e le responsabilità di quanto accaduto siano già chiare ed evidenti mentre è in corso, come noto, sia un’indagine della Magistratura, sia un’indagine tecnica da parte della commissione di esperti nominati dalla Regione su indicazione delle Università.”