
“Cumuli di rifiuti stoccati sono stati rinvenuti dopo che due incendi hanno bruciato i terreni di una ex azienda che fino al 2009 si occupava di recupero di rifiuti non pericolosi provenienti dalla frazione verde per l’ottenimento di compost di qualità.”
Questa è la notizia così come ci è arrivata. Ma dietro questa storia, che è l’ennesima del suo genere e che sembra avere una rilevanza molto relativa per tutti noi del Bacino del Po, c’è una evidenza tremenda che ci riguarda invece molto da vicino.
Questa discarica, che è stata scoperta dopo due incendi consecutivi alla fine di agosto e da cui si sono levati fumi talmente irritanti e acri da attirare l’attenzione delle autorità competenti, è situata a pochi passi dal corso del torrente Varaita, che è il primo affluente di destra del fiume Po!
E così, a noi che eravamo abituati a considerare il Po un fiume ancora sano e pulito nel suo alto tratto piemontese, casca il cielo sulla testa. E una volta di più ci troviamo ad affermare che il Grande Fiume va difeso nella sua interezza, dalla sorgente al delta. Con decisione e determinazione.
I carabinieri del reparto forestale di Cuneo ci hanno inviato questo comunicato, che riproduciamo integralmente
“Recentemente il personale della Stazione Carabinieri Forestale di Saluzzo, in collaborazione con Arpa Piemonte e Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po), ha accertato la presenza di una discarica abusiva di circa 2600 metri cubi nel comune di Costigliole Saluzzo (CN) – frazione SantAnna, all’interno dell’ex sito “San Carlo” ove si svolgeva, sino al 2008/2009, attività di recupero di rifiuti non pericolosi provenienti dalla frazione verde per l’ottenimento di compost di qualità. Ad attirare l’attenzione dei Carabinieri Forestali sono stati gli ingenti cumuli illecitamente disposti come arginatura lungo il Torrente Varaita, dai quali fuoriusciva fumo e odore acre, derivante dalla combustione interna di compost e rifiuti di vario genere in conseguenza di un incendio sviluppatosi lungo la fascia boscata ripariale del corso d’acqua. Il cospicuo materiale è risultato essere realizzato, parzialmente sul demanio fluviale, in assenza di autorizzazioni ed in area soggetta a vincolo paesaggistico e idraulico (Fascia A e B del Piano per l’Assetto Idrogeologico – zona esondabile). Sono ora in corso i rilievi analitici della componente dei cumuli al fine di escludere la pericolosità degli stessi.
Alla Procura del Repubblica di Cuneo è pervenuta dunque segnalazione dei Carabinieri Forestali per i reati di discarica non autorizzata, trasformazione urbanistica non autorizzata di terreni, esecuzioni di lavori non autorizzati su beni paesaggistici e occupazione abusiva di terreni demaniali. La punibilità di carattere penale per le violazioni citate, riconducibili a 2 soggetti identificati, come anticipato dalla Procura, verrà presumibilmente meno per intervenuta prescrizione.
In ogni caso i militari dei CC Forestale di Saluzzo hanno comunicato alle Autorità Amministrative competenti (Comune, Provincia, Regione e AIPO) l’accertamento dell’illecito al fine di garantire la predisposizione degli atti conseguenti per il ripristino ambientale dell’area ed evitare danni o pericoli per l’ambiente e la salute pubblica”.