
La storia l’abbiamo giù sentita altre volte. E’ una storia di giornate di crociera rovinate, di escursionisti delusi, di operatori fluviali amareggiati, di sconfitte annunciate. E’ una storia che, come le altre, si conclude contro la paratia della Conca di navigazione di Pontelagoscuro.
E anche ieri, ultima giornata di sole nel pieno inizio d’autunno, si è ripetuta secondo un copione avvilente: la motonave Nena parte dalla Darsena San Paolo di buon ora per arrivare verso sera a Venezia. A bordo una cinquantina di escursionisti sorridenti freschi di colazione. La Nena percorre il Boicelli fino alla conca. La paratia a monte è chiusa e la nave si infila fiduciosa nel bacino. La paratia a valle comincia a scendere tra scricchiolii, latrati e rumori da fare accapponare la pelle e poi si blocca a metà. Non c’è niente da fare, la paratia è incastrata. Si torna indietro. A Venezia ci si va un’altra volta.
“Non è la prima volta che succede e che segnalo la situazione – dice amareggiato Georg Sobbe, comandante della Nena e presidente dell’Associazione Fiumana – ma così non si può lavorare. C’è evidentemente un problema di manutenzione che non è stato ancora risolto, ma che si trascina da tempo. Per fortuna che la porta si è chiusa solo a metà, altrimenti saremmo rimasti bloccati all’interno della chiusa. Chiederò questa volta un risarcimento danni all’ente gestore, tenendo anche presente che alcuni passeggeri avevano prenotato l’hotel a Venezia, mentre altri avevano già il biglietto del treno per il ritorno che non ho certo potuto rimborsare io”.
Una situazione incresciosa, quindi, che penalizza non solo i pochi operatori oggi presenti con i loro battelli come Sobbe, ma anche tutti gli appassionati di navigazione fluviale e l’Intera città di Ferrara che, nonostante i faraonici progetti dell’Idrovia, deve rassegnarsi ad essere sempre più distante dai collegamenti via acqua sia verso le città d’arte a monte del fiume che verso Venezia e il mare.
La conca di Pontelagoscuro ha dei problemi seri. L’abbiamo già detto in più occasioni. Nei casi di piena la chiusa viene riempita e portata al massimo della sua capienza in modo che la forza del fiume non interessi solamente la paratia a monte, ma l’intero corpo della conca piena d’acqua. Il Canale Boicelli, che porta in pochi chilometri al centro della città estense, è difeso direttamente dalla chiusa.
Se questa dovesse per qualsiasi motivo cedere o rimanere aperta, l’acqua del Po vi si riverserebbe irruentemente generando una situazione di crisi importante. E’ quindi un vero baluardo a difesa di Ferrara e del suo territorio. Ma è una difesa che troppo spesso non funziona o funziona male. E’ un’opera del cui funzionamento non ci sono troppe garanzie.
Sulla conca di Pontelagoscuro sono sempre circolate voci inquietanti: chi sostiene che sia proprio il tipo di chiusa a non andare bene (con le paratie a ghigliottina invece delle porte vinciane), chi dice che il progetto sia stato fatto male, chi ancora afferma che i lavori di costruzione non siano stati fatti a dovere.
Non abbiamo né la conoscenza specifica né la capacità di ascoltare queste voci. Ma ci auguriamo che chi è in grado di farlo, anzi, in dovere di farlo, cominci ad occuparsene davvero prima che accada qualcosa per cui ci si trovi, come al solito, a domandarsi: “Poteva essere evitato?”