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L’ex ministro Martina si occupa del Po e Angela ci manda affan*ulo. Ha ragione lei

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Capita a tutti, prima o poi, di fare un errore: chi fa i conti senza l’oste, chi la ciambella senza il buco, chi riporta un articolo senza accorgersi da quale fonte proviene.

Questa mattina, sulla nostra pagina facebook, è stato condiviso un articolo dal titolo “Dove scorreva il Po ora c’è il deserto” pubblicato ieri sul Corriere della Sera. Niente di male fin qui.

Ma la faccenda s’ingarbuglia quando capiamo cha a rilanciare l’articolo è Maurizio Martina, l’ex segretario del Partito Democratico, che ha anche l’impudenza di aggiungere un suo commento al pezzo del corrierone e di suggerire al governo attuale le linee guida per risolvere il problema.

“Serve un piano per l’acqua” scrive oggi Martina dopo aver partecipato per anni alla svendita della vittoria del referendum del 2011 per l’acqua pubblica.

E a noi Giornalisti di Azione Fluviale che abbiamo partecipato al Forum Italiano dei Movimenti per l’acqua e proprio con lo slogan “Acqua bene comune” abbiamo iniziato la nostra attività di informazione, tocca anche di leggercelo.

Sarà anche “un dovere rispondere alle generazioni che chiedono futuro” come scrive Martina, ma è meglio ricordarsi che fu la Repubblica Romana (quella di Mazzini, Armellini e Saffi, tanto per intenderci) a decretare il Po “Fiume Nazionale” il 12 aprile del 1849 e a stanziare soldi per la sua salute.  E non mi sembra che la parte politica di Martina, con tutte le sigle e le liste collegate al suo partito, abbia avuto le stesse premure.

E’ sempre strano e difficile scusarsi per qualcosa ma, siccome il direttore responsabile del GdP  sono io, mi scuso con i lettori che si sono trovati queste frasi improponibili sulla nostra pagina social. Vorrei aggiungere, per onestà intellettuale e vicinanza empatica, che sono proprio soddisfatto delle vostre proteste e dei vostri improperi che stanno in queste ore riempiendo la pagina.

Angela, che semplicemente scrive: “Ma vaffanculo”, l’ho proprio amata.

P.S. Ricordo a chi ci legge che, mentre la formazione politica di Martina sostiene che sia giusto sbudellare montagne e inquinare vallate per arrivare mezz’ora prima a Lione tra vent’anni, noi dei GAF continuiamo a pensare che viaggiare lentamente sull’acqua dei nostri fiumi sia un atto sociale ed estetico.