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Alloctoni invasivi! Riflettori puntati sul pesce gatto americano

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Sono tanti i pescatori sportivi del basso corso del Po che lamentano, da alcuni anni, un aumento evidente della popolazione di pesce gatti americani (ctalurus punctatus), noto anche come pesce gatto punteggiato, o channel. Dopo oltre due decenni passati a demonizzare il siluro come piaga principale delle acque interne, oggi ci si accorge della presenza di altre specie ittiche, non originarie dei nostri territori e, forse, ancor più impattanti dell’alloctono invasivo più celebre.

E’ pur vero che il “mostro siluro”, che supera i due metri di lunghezza, i cento chili di peso e che le redazioni più fantasiose additarono pure come divoratore di cani, ben si presta ad essere il capro espiatorio perfetto di una persecuzione, che continua ad imputare ai soli alloctoni la colpa della devastazione degli habitat acquatici. Ma è anche vero che sono in realtà molte le specie ittiche aliene introdotte dall’uomo in territori diversi dal loro habitat di origine, che oggi proliferano nella valle padana.

Nel Po e canali adduttori le popolazioni di pesce gatto americano sembra stiano vivendo una fase di crescita esponenziale. Lo stesso si registra in altri importanti fiumi italiani, come l’Arno, od il Reno. Il channel è originario del bacino del Mississippi, nel Nord America, introdotto nelle acque interne europee ed italiane già dall’inizio del secolo scorso, areali in cui si è perfettamente adattato. E’ un pesce prevalentemente carnivoro, si nutre soprattutto di minutaglia, piccoli crostacei, molluschi, insetti, uova e larve. Muovendosi spesso in banchi numerosi, soprattutto nei corsi d’acqua di maggior portata e considerata la sua voracità, la sua presenza può compromettere l’equilibrio del biotopo acquatico.

La presenza massiccia e apparentemente senza controllo di una specie ittica, in un determinato habitat, è evidente sintomo di squilibrio dello stesso. Non a caso, è proprio in molti corsi d’acqua pesantemente colpiti da inquinamento e bracconaggio ittico che si registra un aumento vertiginoso di channel, anche di taglia straordinaria, mai riscontrata prima d’ora. E intanto nei negozi di pesca e bar di paese circolano gli stessi racconti di pesci da record che si udivano tra gli anni ‘90 e 2000, ma al posto “del siluro da un quintale” ad essere stato pescato sotto al ponte di Ficarolo oggi è “un pes gat da dies chilo” – un pesce gatto da dieci chili. Catture che un tempo nemmeno si sognavano.

“Ie rimast sol’ i channel” – sono rimasti solo i channel – si sente dire dai pescatori del Canale Navigabile di Ostellato. Si può allora ipotizzare che forse, in quegli ambienti colpiti maggiormente dall’inquinamento, soggetti alla secca periodica e, non di meno, al bracconaggio ittico, che ha falcidiato le popolazioni di carpe e siluri, attualmente la specie che meglio si adatta e riesce ad avere successo, è quella del pesce gatto americano.

Il channel si attesta probabilmente ad essere il nuovo alloctono invasivo da tenere sotto osservazione e forse, data la sua voracità, potrà apparire anche più pericoloso del tanto temuto e mistificato siluro. Nel parlare di alloctonia, è sempre bene tener presente che la tutela ambientale postula una scala di priorità da attuare e di cui tener conto. Ciò sta a significare che per recuperare un habitat ostile, antropizzato ed inquinato, soggetto a pesca illegale intensiva, privo di vegetazione acquatica e zone ripariali, in cui le specie autoctone sono diminuite sin quasi a scomparire e che, in ultimo, ha visto la comparsa di altre specie aliene più resistenti e meglio adattabili ai cambiamenti, sia necessario intervenire con priorità sulle principali cause di squilibrio che, quasi sempre, trovano origine nelle azioni dirette dell’uomo.


Un tubo di scarico autorizzato che scola migliaia di litri di liquami in fiume ogni mese, una rete da pesca chilometrica stesa illegalmente in un canale di bonifica, l’utilizzo massivo di prodotti chimici in agricoltura, o il disboscamento e lo sfalcio sistematico delle sponde dei corsi d’acqua, danneggiano la biodiversità più di tanti alloctoni.