
In data 1/12/2020, Riccardo Gennari, socio WWF e guardia ecozoofila volontaria, segnalava quanto si stava consumando lungo gli argini del Reno nella zona di Traghetto (FE). L’ennesimo taglio su grande scala commissionato dalla Regione.
Interventi per la pubblica sicurezza che non convincono fino in fondo, non fatti in questo modo, non con questo impatto, non affidandoli a ditte terze, soprattutto laddove possono sussistere interessi nell’utilizzo di quel legname. Un patrimonio comune, garante di una biodiversità che andrebbe tutelata. Il Reno è un corridoio ecologico di primaria importanza, la Regione riconosce e si impegna a proteggere queste realtà che definiscono una rete di scambio vitale, ma non solo, rappresentano una fonte di “servizi ecosistemici” irrinunciabili di fronte alla crisi climatica attuale. Eppure i tagli continuano, la zona di Traghetto risulta spianata, gli argini appaiono una massa di terra da cui spuntano ceppi mozzati, i lavori allargati al di fuori dell’area golenale pur ricadendo in una ZPS (zona di protezione speciale della Rete Natura 2000).
Il Reno era già comparso nel dossier di WWF Italia “SOS fiumi – manutenzione idraulica o gestione fluviale?” dove “il WWF Italia documenta e denuncia il diffuso e indiscriminato attacco “legalizzato” ai nostri fiumi. Un po’ ovunque, infatti, continuano a essere autorizzati dalle Regioni interventi di taglio indiscriminato della vegetazione ripariale o di dragaggio degli alvei con la scusa di renderli più sicuri. Azioni in aperto contrasto con le direttive europee ma anche con la recente “Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030” che sottolinea l’importanza di mantenere il buono stato ecologico dei corsi d’acqua”.
Troviamo, di nuovo, il Reno nella denuncia del WWF Bologna che riportava “quanto è avvenuto nel settembre 2020 a Bagno di Piano, Comune di Sala Bolognese, lungo il Fiume Reno e su entrambe le sponde verso la confluenza col Samoggia, che ha lasciato una fascia ridotta ai minimi termini che incide immediatamente sulle sponde dell’alveo bagnato. Di fatto si è compromesso un corridoio ecologico di enorme importanza in pianura, privando la golena di migliaia di piante. Un bosco igrofilo che in sinistra fluviale arrivava a raggiungere e superare i 50 metri di profondità”.
Dopo tutto questo, la notizia dei lavori a Traghetto. Tagli a zero, nessuna selezione.
Figlio di un Po minore, questo tratto di fiume che scorre fra le antiche terre di Primaro meriterebbe un altro futuro.
Riportiamo il comunicato stampa del WWF Ferrara:
“Risulta che la Regione Emilia Romagna abbia appaltato da tempo il disboscamento degli argini del fiume Reno, per le successive sistemazioni di sicurezza idraulica resesi necessarie per la presenza di tane a galleria di nutrie, volpi, tassi e istrici.
Di fatto i tagli, già iniziati, sembrano inopinatamente allargarsi anche le pertinenze esterne degli argini.
Ne risultano in complesso un danno paesaggistico e la compromissione dell’importante corridoio ecologico rappresentato dal fiume nell’aspetto essenziale della vegetazione che lo accompagna, in tutta la sua biodiversità.
E’ la situazione desolante che abbiamo di recente riscontrato nel tratto arginale del Reno a valle del ponte ferroviario in località Traghetto, nel comune di Argenta.
Ma perché interventi così drastici e generalizzati, con l’azzeramento centinaia di alberi e arbusti, lungo estesi tratti arginali, se le ragioni sono quelle accennate? Non sarebbe possibile intervenire in modo ben più mirato e localizzato, soltanto nei punti critici? D’altra parte va considerato che la fauna scaverà presto nuove tane, mentre ci vorrà molto tempo prima che alberi e arbusti possano ricostituire nella sua estensione l’habitat distrutto. A fronte di tutto questo non si possono tra l’altro nascondere serie perplessità sull’efficacia stessa delle disposizioni vigenti a tutela della biodiversità e del paesaggio. Si pensi in proposito alle indicazioni equilibrate e cautelative delle ‘Linee guida per la programmazione e la realizzazione degli interventi di manutenzione e della gestione della vegetazione e dei boschi ripariali a fini idraulici’ (Del. Giunta Reg. E/R n.1919 del 4.11.2019). Oppure alle disposizioni di salvaguardia della ‘Rete Natura 2000’ specificamente previste per le ZPS, ciò almeno per quanto riguarda l’accennato tratto arginale di Traghetto, rientrante nella ZPS ‘IT4060017 – Po di Primaro e Bacini di Traghetto’. Od anche alle norme di tutela specifica del paesaggio (Dlgs 42/2004 e ss. mm.). Ma tant’è, purtroppo.
WWF Ferrara 4.12.2019″
Link al Dossier “SOS Fiumi” di WWF Italia:
https://wwfit.awsassets.panda.org/downloads/2020_sos_fiumi___2020_3972_.pdf
Francesco Nigro
Delegato WWF Emilia-Romagna