
Si è svolta nella mattinata di sabato 13 novembre presso il Centro culturale Lou Pourtoun di Ostana la sottoscrizione pubblica della Carta di Intenti della Comunità custode di Biodiversità “Acque del Monviso”, una rete di cittadini residenti, associazioni, professionisti che lavorano ad Ostana che si impegnano per favorire lo sviluppo di un modello partecipato per la conservazione delle risorse idriche e degli elementi della biodiversità dei corsi d’acqua e delle aree umide.
Il capofila del progetto è il Comune di Ostana, coadiuvato dal Parco del Monviso, e i sottoscrittori sono la Cooperativa Viso a Viso, il Monviso Institute, il Centro per lo Studio per i Fiumi Alpini – Alpstream, l’Associazione Vesulus, l’Associazione ATAAI, la Walden srl, Il Bosco Incantato, l’Azienda Agrituristica A Nosto Mizoun e il rifugio La Galaberna.
«Questa giornata segna ufficialmente la nascita di una comunità, di una rete, già consolidata sul territorio di Ostana – precisa il presidente del Parco del Monviso, Dario Miretti – , ma con una consapevolezza in più, quella di essere parte di un ambiente ricco di biodiversità che fornisce bellezza, benessere e importanti servizi ecosistemici in grado di attivare nuovi percorsi di crescita, anche economica, sostenibile. Sono lieto che il Parco del Monviso abbia favorito il crearsi di questa realtà e ringrazio la Regione Piemonte, partner del progetto PITEM Biodiv’alp, che in stretta collaborazione con il nostro Ente ha fornito mezzi e supporto nel percorso di creazione di questa nuova opportunità, che inizia oggi a camminare insieme, sicuro che potrà diventare esempio anche per altri».
L’istituzione della Comunità custode di Ostana fa parte del progetto singolo PROBIODIV, inserito nel più ampio Pitem Biodiv’ALP, che prevede la costituzione di altre tre realtà analoghe in Piemonte, a Carnino nel comune di Briga Alta, in valle Grana e in valle Susa.
Ad Ostana il tema sul quale si impegna la Comunità custode è quello dell’acqua, in relazione alle numerose emergenze conservazionistiche locali, a partire dal Po e dai suoi abitanti, dalle trote al meno conosciuto scazzone sino ad una variegata comunità di insetti che nelle varie fasi di vita frequentano il fiume e i ruscelli di Ostana, passando per le torbiere e le aree umide in quota, veri e propri scrigni di biodiversità e stranezze vegetali come la drosera, una tra le poche piante carnivore “autoctone”, fino a immaginare e mettere in pratica un sistema sostenibile di utilizzo e smaltimento dell’acqua di uso civile, in grado persino disupportare la nascita di nuovi elementi di biodiversità.
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