
E non sono stati una devastante alluvione o un epocale terremoto a cambiare il corso del fiume. Sono bastati la cattiva progettazione, la discutibile realizzazione, l’intermittente gestione e tanta, tantissima confusione tra gli enti preposti al suo funzionamento a fare della conca di Pontelagascuro un ostacolo insormontabile per la navigazione estense.
E così la grande Idrovia Ferrarese, chiusa a Est dal cantiere di Valle Lepri e a Ovest dalla conca di Pontelagoscuro, rimane una pozzanghera di difficile interpretazione e di ancor più impossibile fruizione: quella che ancora due anni fa esatti veniva definita dall’Autorità di Bacino del Fiume Po come “Un’opera altamente strategica per la popolazione” con il pieno consenso di Regione Emilia-Romagna e delle amministrazioni locali, langue nella sua inconcludenza in un pelago di frustrazione crescente.
La sentenza, nei fatti, è arrivata per telefono ieri mattina quando a Georg Sobbe, comandante della Nena, che chiedeva di prenotare i passaggi in conca per questo weekend, il signor Alessandro Buzzoni per conto dell’Agenzia per la sicurezza territoriale e la protezione civile – Servizio Area Reno e Po di Volano, ente regionale che gestisce anche questo servizio, ha risposto che la conca di Pontelagoscuro resta chiusa per motivi di sicurezza fino a data da destinarsi. Fine dei discorsi.
E dire che i fondi necessari per un intervento all’idrovia Ferrarese, stando alle parole dello scorso anno dell’assessore regionale Irene Priolo, sono previsti e anzi sono oggetto di ulteriori finanziamenti per 4,5 milioni di euro.
Ma se ne parlerà, almeno stando ai “si dice” non prima dell’inverno prossimo.
E intanto la Motonave Nena, unico vero grande battello del tratto ferrarese del Bacino del Po, rimane chiusa in gabbia. Al mare, seguendo il Po di Volano, non ci arriva più perché la conca di Valle Lepri è chiusa, sequestrata o meno, dal febbraio del 2013. E cercando di raggiungere il Po Grande si trova davanti alla prua un muro di cemento inaugurato ad ottobre del 2003, sempre oggetto di manutenzioni inadeguate e modifiche in corso d’opera.
Già nell’autunno del 2018 la Nena aveva avanzato nei confronti della Regione Emilia-Romagna una richiesta di risarcimento danni, che le venne poi concesso e liquidato un anno dopo.
Quest’anno, proprio nel momento della ripartenza dopo la pandemia, la motonave è nuovamente in trappola con il suo equipaggio in preda all’angoscia per un futuro che per lei sembra non esistere.
Un duro colpo per i lavoratori di questo piccolo ma strategico comparto, per la città di Ferrara e per il turismo lento che da anni promuove e difende il suo territorio.
Per saperne di più sull’argomento:
https://www.estense.com/?p=891452
http://opencup.gov.it/progetto/-/cup/F76F19000070001
https://ilgiornaledelpo.it/la-nena-prigioniera-del-mandracchio/
https://ilgiornaledelpo.it/una-pessima-gestione-degli-impianti/
https://ilgiornaledelpo.it/continuano-i-malfunzionamenti-della-conca-ferrarese/